Il senatore di Forza Italia accusato di associazione a delinquere, bancarotta e reati finanziari legati alla sua dirigenza al Credito Cooperativo (Fonte: Repubblica/Firenze)
l senatore di Forza Italia Denis Verdini è stato rinviato a giudizio nell'inchiesta sul Credito Cooperativo di Campi Bisenzio, la banca che ha guidato per 20 anni fino al 2010. Le accuse vanno dall'associazione a delinquere (per lui, per il consiglio di amministrazione e per i sindaci revisori), alla bancarotta, alla truffa ai danni dello Stato per i finanziamenti ricevuti dalle testate Il Giornale della Toscana e Metropoli Day, del suo gruppo editoriale, a numerose fatturazioni per operazioni inesistenti (compensi per consulenze di cui non si è trovata traccia), all'illecito finanziamento a partiti.
Secondo le accuse, il Credito Cooperativo Fiorentino avrebbe erogato finanziamenti a società e persone fisiche amiche, in contrasto con le norme creditizie, con le regole di corretta gestione aziendale e la prassi bancaria, sottraendole alle finalità cooperative della bancae compromettendone gli equilibri economico finanziari. L'inchiesta nasce da una costola della grande indagine sulla cricca del G8 e della protezione civile. Il maggiore beneficiario dei finanziamenti della banca guidata da Verdini è stata la società di costruzioni Btp di Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei, anch'essi rinviati a giudizio.
Il gup del tribunale di Firenze Fabio Frangini ha stralciato invece la posizione di Marcello Dell'Utri, grande amico di Verdini e cliente della piccola banca di Campi, che gli ha erogato negli anni generosi finanziamenti nonostante una certa sua propensione a non restituire il denaro prestato. E' accusato di concorso in bancarotta. Per lui servirà una richiesta di estradizione suppletiva al Libano per poter procedere. La nuova udienza è stata fissata per il 18 settembre 2014.
In tutto sono state rinviate a giudizio 47 persone fra le 69 che erano state iscritte nel registro degli indagati (e tra questi tutti componenti del Cda del Ccf e i sindaci revisori della banca). Ventuno i proscioglimenti o le assoluzioni con rito abbreviato per posizioni considerate "minori". Quasi tutti i prosciolti, beneficiari di finanziamenti della piccola banca, sono usciti dal processo con la formula "il fatto non costituisce reato": questo significa che, secondo il giudice, non erano consapevoli, ottenendo i prestiti, di contribuire al dissesto della banca, che il 27 luglio 2010 è stata posta in amministrazione straordinaria e il 26 marzo 2012 in liquidazione, mentre il tribunale di Firenze ne ha dichiarato lo stato di insolvenzail 7 novembre 2012.
Fra le persone prosciolte anche la moglie di Verdini, Simonetta Fossombroni, il fratello dell'esponente di Forza Italia Ettore Verdini e la nipote Serena Verdini.
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