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Matteo Renzi, le nomine in stile Gattopardo, e la finta parità uomo/donna

Creato il 15 aprile 2014 da Tafanus
Matteo Renzi, le nomine in stile Gattopardo, e la finta parità uomo/donna

Le poltrone da Amministratore Delegato, infatti, sono andate tutte ai maschietti. E fra questi, anche a quel Moretti che avrebbe dovuto - secondo l'opinione pubblica prevalente - essere cacciato a calci in culo dalla Direzione delle Ferrovie. Invece viene spostato dalle Ferrovie a Finmeccanica. Non prenderà, forse, i 2,2 milioni di euro all'anno del suo predecessore, ma certamente prenderà più degli 850.000 euro da AD delle Ferrovie, la cui riduzione, annunciata da Renzi, aveva fortemente contestato. Capovolgendo un vecchio adagio: Abmoveatur ut promoveatur. E tutti vissero felici e contenti. Ma tranquilli. Per incrementare il tasso di competenza tecnica nell'industria degli armamenti (esperienza di Moretti pari a ZERO), arriva Marta Dassù, un'altra donna per tutte le stagioni, con lo sterzo che tira a destra. Dopo una breve vicinanza a D'Alema, è stata con Monti, quindi con Letta, (viceministro agli Esteri). Editorialista di giornali progressisti come il Corsera (Rizzoli), La Stampa (Fiat), IlSole24Ore (Condindustria). Esperienza nell'undustria degli armamenti? ZERO. Ma Renzi non vuole scontentare nessuno, specie adesso che comincia a realizzare che a Palazzo Chigi non c'è il volante al quale aggrapparsi facendo brum brum con la bocca

Alla Presidenza dell'ENI va la Marcegaglia, ex falchetta di Condindustria e berlusconiana di ferro. Una scelta anche eticamente molto opportuna, visto che il fratello maggiore della Emma Minigonnata (Antonio) ha patteggiato una condanna evasione fiscale, riferita a quando dirigeva l'azienda di famiglia con Emma, che tuonava contro le mazzette e la corruzione. Un patteggiamento per 11 mesi di carcere, oltre alla restituzione allo Stato di sei milioni di euro. Una Marcegaglia la cui ultima prova di efficienza manageriale l'ha data rilevando praticamente a costo zero l'inutile (e mai utilizzata) mega-struttura turistica della Maddalena, costruita per ospitare un G8 mai fatto alla Maddalena. In quella fantastica struttura, abbandonata a se stessa, crescono le sterpaglie, e gli unici ospiti (non paganti) sono topi e gabbiani. Per rinfgrescarsi la memoria, rinvio ad un sull'argomento. Da un altro nostro post, pubblico le foto del "rendering" del MITA Resort della Maddalena che mostra come avrebbe dovuto essere, e la foto di come è ridotto:

Matteo Renzi, le nomine in stile Gattopardo, e la finta parità uomo/donna
LA MADDALENA
Matteo Renzi, le nomine in stile Gattopardo, e la finta parità uomo/donna

Il Mita Resort com'è oggi
- Esistono catastrofi che il silenzio in cui sono state sprofondate, se possibile, rende ancora più intollerabili. E il G8 sull'Isola della Maddalena è una di quelle. Quattrocento milioni di euro di denaro pubblico hanno consegnato 27mila metri quadrati di edifici, 90mila metri di aree a terra e 110mila di mare al nulla di un progetto privato di fatto mai partito (un polo di lusso per la vela gestito dalla Mita Resort dell'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia). Ai veleni liberati dai fondali della darsena dell'ex Arsenale militare, mercurio e idrocarburi pesanti, la cui dispersione ha raggiunto, sedimentandosi in profondità, l'area limitrofa allo specchio di mare del Parco della Maddalena.
Il "rendering" del Mita Resort

Chi volesse ricordare i particolari di quest'altro disastro ecologico, economico e industriale, può utilmente leggere un altro nostro post, scritto in tempi non sospetti.

Altra nomina "'de sinistra" è la Luisa Todini, creatura belloccia la cui "nascita mediatica" è dovuta al solito Floris, che è stato anche il "talent-scout" e queen-maker della Polverini. Italoforzuta fin dal '94, europarlamentare per conto "papi-Silvio", la Todini ha anche dimostrato le sue elevate qualità manageriali portando in prossimità del fallimento l'azienda avuta in regalo da papà (la Todini Costruzioni), salvata in extremis dal fallimento dal provvidenziale intervento della Impregilo (2009). La Todini è anche nel CdA della RAI, sempre in quota Forza Italia.

Matteo Renzi, le nomine in stile Gattopardo, e la finta parità uomo/donna

Amorosi sensi fra due 'de sinistra: Luisa Todini e Renata Polverini

Secondo Delrio (un uomo, un mito) fra la carica di consigliere RAI della Todini e quella di Presidente delle Poste non c'è alcuna incompatibilità. Già... se non fosse per quel piccolo particolare che spetta alle Poste lo spinoso problema dell'assegnazione delle frequente radiotelevisive... Esilarante, questo governo Renzi. Ma leggiamo sul "Fatto" altri particolari dimenticati sulla bella Todini in formato velina:

[...] per l'ex europarlamentare di Forza Italia la nomina pubblica è una piccola consolazione: l'imprenditrice è stata di recente è stata scaricata dall'amico Pietro Salini, che aveva salvato l'azienda della famiglia Todini nel 2009 inglobandola nel suo gruppo (oggi Salini-Impregilo) grazie al "grande supporto del sistema bancario, con particolare riferimento ai gruppi Intesa Sanpaolo e Bnl-Bnp Paribas, insieme a Unicredit e Mps". Un anno dopo, nel 2010, l'allora premier Silvio Berlusconi l'avrebbe voluta per sostituire Claudio Scajola a capo del ministero dello Sviluppo economico oggi occupato da un'altra pupilla dell'ex Cavaliere, Federica Guidi. Per la Todini, poi, l'incarico ai vertici delle Poste è un impegno in più che si aggiunge al lavoro del Comitato Leonardo, associazione che si propone di promuovere l'immagine dell'Italia come sistema Paese. Una sorta di rete di imprenditori che evidentemente non dispiace al premier Renzi [...]


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