Oggi al cinema intervista per Voi uno degli attori più amati del piccolo e del grande schermo: Maurizio
Mattioli. L’attore è presente non solo in parecchie fiction, come il Caruso di Stefano Reali, ma anche dei film più significativi della stagione, come W L’Italia e Una Famiglia Perfetta.
Mattioli lei è impegnato su più fronti, cinema, fiction e teatro, e ha moltissime cose importanti in uscita. Possiamo dire che si tratta di una nuova primavera per quello che riguarda la sua carriera?
Sono stanco ma appagato. In questi giorni sto girando quindi posso ritenermi estremamente fortunato, soprattutto in un momento come questo. Non so se questa è la mia primavera oppure una delle tante, di certo so che questo è un mestiere per bambini, sei spinto da una intensa voglia di giocare, un giorno sei un avvocato, l’altro un macellaio e poi un astronauta. Di giocare non ci si stanca mai, e le primavere di un attore sono sempre infinite.
Preferisce lavorare più per la fiction o per il cinema?
Amo sia fiction che cinema e comprendo la loro utilità e fruibilità differente. Io ho cominciato con il cinema facendo la comparsa, poi i piccoli ruoli, crescendo man a mano fino ad oggi, quindi il mio rapporto con il grande schermo è più intimo e, se vogliamo, sentimentale. La fiction ti regala la popolarità, ti fa entrare tutte le sere nella case delle persone e ti mette in relazione con un ventaglio molto vasto di pubblico che comprende anche i bambini e gli anziani. Devo dire che sono molto fortunato di essere popolare sia nel cinema che nella fiction.
Ha lavorato e lavora spesso in teatro e a preso parte per parecchie stagioni anche al Rugantino nel ruolo di Mastro Titta. Che ricordi ha di quel personaggio?
È stato un ruolo importante nella mia carriera, forse uno dei più importanti, soprattutto se penso al fatto che sono stato il primo ad averlo fatto dopo Aldo Fabbrizzi. Il teatro continuo a farlo, quando posso, e lo faccio sempre con immenso piacere. Tra i miei progetti c’è anche quello di un One Man Show, con canzoni e monologhi, mi mancava nella mia carriera e volevo farlo.
Per molti anni ha fatto parte del Bagaglino, uno degli ensamble comici e satirici più importanti del nostro paese. Ora questa realtà comica non esiste più e le volevo chiedere se secondo lei è possibile in Italia continuare a fare ancora satira politica oppure i nostri politici la fanno già da parte loro?
Il Bagaglino era una fucina di talenti e di maestranze artigianali di primo livello. L’attore si trasformava con trucco e costumi e c’era una sorta di ritorno alla commedia dell’arte, con semplicità ma anche con arguzia. Sulla possibilità di una nuova satira, credo sia molto difficile. Siamo in una situazione estremamente delicata, politicamente ed conomicamente parlando, nella quale ritengo che ci sia davvero poco da ridere.
C’è per caso un ruolo che le piacerebbe interpretare?
Ne ho fatto tanti, ma mi piacerebbe fare semmai o un prete o un poliziotto, non perché non li abbia fatti ma vorrei poterli fare in un versante drammatico e sobrio.
A cura di Katya Marletta