Magazine Diario personale

May Day

Creato il 01 maggio 2012 da Povna @povna

All’inizio fu il massacro di Haymarket (Chicago, 1886) – anche se Rosa Luxemburg ne ricorda doverosamente le remote origini australiane. La tappa successiva ful il 1889, durante il primo congresso della Seconda Internazionale socialista, quando Raymond Lavigny fece approvare la proposta di una grande manifestazione per il successivo 1890, in occasione dell’anniversario delle proteste di Chicago. Due anni dopo la festa del lavoro fu ufficializzata anche in Italia. Ovviamente, fu abolita durante il ventennio (e ripristinata al termina della guerra); e altrettanto ovviamente la chiesa (non potendo fare altro) pensò bene (nel 1955) di dedicare il giorno al “lavoratore San Giuseppe” e “a tutti coloro che combattono il comunismo” (dimostrando una volta di più il nicodemismo e l’astuzia politica che l’hanno sempre caratterizzata nella sua storia millenaria).
La ‘povna quest’anno lo ricorda un po’ così, da cittadina-professoressa (però vi invita, se avete voglia, a contribuire al dibattito di Mel). Poi, siccome è pure malata di parole, come sempre, e crede anche nel ‘canta-che-ti-passa’, ci attacca pure una poesia di Walter Crane 1894, (molto bella, e con relativa immagine), e in coda (quand’anche non si volesse ascoltare piazza S. Giovanni) un abbozzo di playlist.

The Worker’s MayPole
World Workers, whatever may bind ye,
This day let your work be undone:
Cast the clouds of the winter behind ye,
And come forth and be glad in the sun.
Now again while the green earth rejoices
In the bud and the blossom of May
Lift your hearts up again, and your voices,
And keep merry the World’s Labour Day.
Let the winds lift your banners from far lands
With a message of strife and of hope:
Raise the Maypole aloft with its garlands
That gathers your cause in its scope.
It is writ on each ribbon that flies
That flutters from fair Freedom’s heart:
If still far be the crown and the prize
In its winning may each take a part.
Your cause is the hope of the world,
In your strife is the life of the race,
The workers’ flag Freedom unfurled
Is the veil of the bright future’s face.
Be ye many or few drawn together,
Let your message be clear on this day;
Be ye birds of the spring, of one feather
In this–that ye sing on May-Day.
Of the new life that still lieth hidden,
Though its shadow is cast before;
The new birth of hope that unbidden
Surely comes, as the sea to the shore.
Stand fast, then, Oh Workers, your ground,
Together pull, strong and united:
Link your hands like a chain the world round,
If you will that your hopes be requited.
When the World’s Workers, sisters and brothers,
Shall build, in the new coming years,
A lair house of life–not for others,
For the earth and its fulness is theirs.

Aaron Copland, Into the Streets May First
Bob Hart, The Eight-Hour System
Joan Baez, Bread and Roses
Pietro Gori, Inno del Primo Maggio
Marlene Kuntz, Primo maggio

E infine, forse non c’entra direttamente, ma lui un po’ c’entra comunque sempre, la ‘povna lascia la parola a Faber.


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