Ed ora cosa cambia?
Tutti a collegarsi ad internet per sapere l’entità dei redditi e dei patrimoni dei nostri ministri e dei manager pubblici. E quando l’abbiamo saputo? Cambia forse qualcosa?
(Illustrazione da Libero)
A parte che un conto è il reddito e un altro il patrimonio. Quest’ultimo uno può averlo ereditato da un nonno od un padre che si sono fatti un mazzo tanto a lavorare, oppure può aver vinto una somma stratosferica al superenalotto, e sono soldi che ciascuno può spendere o investire come vuole.
Il reddito invece deriva dall’attività che ciascuno svolge e da quanto rendono gli investimenti effettuati.
Quindi lo “scandalo” sugli importi percepiti non è QUANTO queste persone prendono, ma PERCHE’ lo prendono, cioè se queste somme siano giustificate e soprattutto congrue per il lavoro svolto. Premetto che legherei gli emolumenti ai risultati raggiunti, fermo restando un fisso stabilito per legge. Sarebbe poi da verificare l’obiettivo raggiunto, e solo al superamento di questo scatterebbero delle incentivazioni. Inoltre, tranne poche documentatissime eccezioni, proibirei il cumulo di incarichi con relative indennità. Adesso invece la torta, molto abbondante, viene sempre spartita a pioggia tra i soliti noti…