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Medici empatici

Da Leragazze

allegro-chirurgo-simpsonNon credo che a noi Persone normali ci abbia mai sfiorato il pensiero che per curare una persona che ha una malattia il medico deve aver provato quella stessa malattia. Dunque, lo pneumologo che segue pazienti con la tubercolosi deve esserne stato affetto, per trattare uno psicotico ci vuole uno psicotico (chissà con quali risultati, magari anche migliori di quelli che otterrebbe uno psichiatra sano! Anche se sappiamo bene che questa espressione è un ossimoro). E i ginecologi dovrebbero essere tutte donne. A noi anime semplici e anche digiune dell’arte medica questo ragionamento suona bizzarro, ma non ai nostri Scienziati Paciocconi i quali affermano che un medico dovrebbe essere affetto da cefalea a grappoli, un disturbo caratterizzato da dolore molto intenso che spesso compromette la qualità della vita, per comprendere il grado di sofferenza che prova il paziente. Ma non sempre questo accade.

Per fortuna, però, uno Scienziato statunitense ha trovato il modo per risolvere la situazione e per indurre rapidamente nei medici qualcosa di analogo alla cefalea a grappoli. Ve lo spiego così a vostra volta potete illustrarlo ai vostri sanitari, a meno che non abbiano già letto l’articolo pubblicato sulla rivista Medical Hypotheses. Per capire quello che provano i loro pazienti con questo disturbo, è sufficiente che trangugino rapidamente una bevanda ghiacciata che contenga anche del ghiaccio tritato subito dopo aver mangiato dei biscotti secchi caldi. Con questa tecnica innovativa saranno in grado di provare la necessaria empatia e comprendere la necessità di un urgente trattamento.

Io invece ho sempre pensato che gli studenti di medicina e i medici fatti dovrebbero avere nei loro programmi formativi dei periodi nelle sale d’attesa e anche seguire loro stessi per le necessità mediche proprie e dei familiari le trafile che affrontano le persone normali, invece di imboccare le corsie preferenziali cui sono abituati. Conosceranno così le file, ma soprattutto la maleducazione, la superficialità, l’arroganza, la sbrigatività, la disattenzione, la supponenza di molti dei loro colleghi. Questo sarebbe utile per i loro pazienti, ma soprattutto farebbe bene a loro.


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