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Medico delinquente

Creato il 16 aprile 2012 da Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

PADOVA - Si è concluso il processo che vedeva imputato il dottor Paolo Rossaro. Il medico è stato condannato a tre anni con l’accusa di omicidio colposo e dovrà risarcire i parenti delle vittime con 556mila euro. Ad affidarsi alle cure del dottore di Polverara con l’ambulatorio ad Albignasego sono stati due malati di cancro.
Cristian Trevisan, camionista trentacinquenne, residente a Poiana Maggiore, in provincia di Vicenza, che si è accorto dell’errore quando era ormai troppo tardi. Aveva abbandonato la chemioterapia e si era messo in cura con il dottor Paolo Rossaro. Il giovane camionista è morto il 24 dicembre 2007. La seconda vittima invece è Anna Maria Tosin che aveva quarantotto anni quando i sanitari le diagnosticarono un carcinoma alla mammella. Anche lei aveva abbandonato le cure tradizionali per seguire le terapie del medico padovano. La donna è deceduta il 13 ottobre 2006 ad appena cinquant’anni.
La tesi accusatoria è fondata su una voluminosa consulenza del professor Massimo Montisci, dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Padova. Secondo l’esperto, se i due malati non avessero abbandonato la chemioterapia sarebbero ancora vivi. Montisci sostiene che il "metodo" del dottor Rossaro ha peggiorato irrimediabilmente le condizioni della giovane donna padovana e del giovane camionista vicentino.
Oltre ad essere medico di base, il dottor Rossaro è presidente dell’associazione "Primum Vitae", che ha sede a Polverara. Al primo posto l’associazione si propone "l’assistenza diretta e indiretta del malato grave (prevalentemente oncologico, ma non solo) nel rispetto della decisione del paziente stesso". Ricordiamo le ultime parole della requisitoria del pm Renza Cescon: «Fino all'ultimo sono stata indecisa se si trattasse di un omicidio colposo o di qualcosa di più grave dal punto di vista penale. Ma in coscienza voglio credere che il dottor Rossaro avesse comunque la volontà di curare il paziente e non di fargli del male. I fatti vanno considerati distinti, due storie diverse e slegate tra loro».

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