Di Gabriella Maddaloni. Tel Aviv ha deciso di “togliere i guanti” – queste le parole del premier Netanyahu – con Hamas. Il leader israeliano, pressato dal suo staff, ha infine optato per la linea dura nei riguardi dei palestinesi, che negli ultimi giorni hanno continuato ad attaccare la zona sud di Israele a suon di razzi.
Lo sostiene il quotidiano Haaretz, citando una fonte ufficiale presente alla riunione di gabinetto che Netanyahu a tenuto nelle scorse ore coi suoi ministri. Al momento, l’offensiva verso Gaza sarà soltanto via aerea, ma è probabile che nei prossimi giorni procederà anche via terra. “L’offensiva terrestre è sul tavolo e le istruzioni del premier sono prepararsi ad una profonda, lunga, continua e forte campagna a Gaza”, cita il quotidiano.
Netanyahu avrebbe preso questa decisione soprattutto in seguito alle pressioni dei ministri degli Esteri e dell’Economia Lieberman e Bennett, leader rispettivamente di “Israel Beitenu” e di “Focolare Ebraico”. Costoro avrebbero infatti minacciato di togliere al Likud, il partito di Netanyahu, l’appoggio necessario a governare, se costui avesse continuato con “questa linea troppo morbida”.
La nuova offensiva aerea contro la Striscia ha già prodotto una trentina di feriti (tra cui donne e bambini) e 5 vittime (un combattente di Hamas e 4 passeggeri di un’auto che viaggiava nel centro di Gaza); si tratta della maggiore offensiva israeliana dal 2012.
Lo scopo di questa campagna militare è “scoraggiare in tutti i modi il movimento islamico”, e Netanyahu è impegnato da ore a telefonare ai vari leader internazionali, allo scopo di guadagnarsi il loro appoggio all’operazione. Tale operazione si chiamerà “Confine protettivo”.
Il leader palestinese Abu Mazen ha intimato a Israele di interrompere “immediatamente” l’operazione militare, e ha chiesto che la Comunità Internazionale intervenga “immediatamente, per far sì che la regione non piombi in un clima di ulteriore instabilità e distruzione”.
Sembra però che la questione stia davvero diventando incontrollabile: stanotte Gaza avrebbe lanciato in Israele ben 86 razzi, afferma Tel Aviv; 5 di essi sono stati rilevati dallo scudo anti-missile Iron Drone nei pressi delle città portuali di Ashdod e Ashkelon. Il movimento islamico ha detto che “la Resistenza è pronta a tutto”.
Si profila all’orizzonte un vero e proprio massacro.