Il quotidiano Haaretz specifica che il ritiro sta avvenendo senza nessun “ordine ufficiale” di far terminare “Confine Protettivo” e che le unità rimaste a Gaza stanno ultimando la distruzione di un tunnel a Rafah; altre truppe sono impegnate a nord della Striscia, a Beit Hanun. Le unità militari che resteranno a Gaza, sottolinea Haaretz, proteggeranno le comunità israeliane residenti al confine con la Striscia. Un altro quotidiano ebraico, il Times of Israel, asserisce che così facendo Tel Aviv “legittima Hamas a continuare il lancio di razzi contro il Paese”.
L’esercito ha inoltre annunciato la morte del 23enne tenente Goldin, dato per disperso durante uno scontro armato alcuni giorni fa. I suoi funerali si terranno questo pomeriggio a Kfar Saba. Nonostante il ritiro delle truppe ebraiche, anche oggi non sono mancate le stragi. Solo i morti palestinesi sarebbero 45, 10 dei quali colpiti durante un bombardamento a una scuola dell’Onu. Testimoni presenti sul luogo sostengono che un drone israeliano avrebbe colpito 2 presunti miliziani di Hamas, in sella ad una moto in transito, e che altre persone sarebbero state investite dall’esplosione.
Altri 3 miliziani sono stati uccisi da una cannonata ebraica, dopo che erano emersi da uno dei tunnel che collegano Israele a Gaza: stavano per sparare un razzo anticarro contro un’unità della brigata di fanteria Ghivati. L’agenzia di stampa Maan riporta inoltre che ci sarebbero stati almeno 2 morti e un ferito grave durante l’esplosione di un’automobile colpita da un razzo, a Rafah. Il segretario generale Onu Ban Ki-Moon afferma in proposito che “L’esercito israeliano è stato ripetutamente informato della posizione in cui si trovano le strutture delle Nazioni Unite. Quest’attacco è un atto criminale che deve essere rapidamente indagato”.
Anche in Israele non c’è tranquillità: almeno 55 sarebbero i razzi lanciati nelle ultime ore da Hamas a Tel Aviv e nel sud del paese. Lo riporta un portavoce militare. Le sirene d’allarme, dovute all’intercettazione dei missili da parte di Iron Dome, hanno suonato a Tel Aviv e a Beersheva, e dopo sono seguite le esplosioni. Non ci sono “vittime, né danni”: i missili sono caduti in aree aperte.
Il Presidente del Consiglio Ue Van Rompuy chiede uno “stop immediato al bagno di sangue” in un comunicato: “Gaza sta sopportando sofferenze intollerabili da oltre tre settimane e la perdita di molte vite umane, tra cui molte donne e bambini. Tutto ciò deve finire immediatamente. Condanniamo i lanci continui di razzi contro Israele, perché minacciano la popolazione. Riconosciamo il diritto alla legittima difesa, ma deve essere proporzionato”.
Secondo il quotidiano tedesco Spiegel, i servizi segreti israeliani spiavano il Segretario di Stato Usa Kerry durante le trattative di pace in Medio Oriente. Lo spionaggio, secondo Spiegel, sarebbe stato effettuato dal Mossad tramite intercettazioni telefoniche per tenere informato il premier ebraico Netanyahu sui palestinesi e sui rappresentanti di Stato arabi impegnati nei colloqui.