L’11 dicembre il vaticanista Andrea Tornielli ha dato notizia, sempre su Vatican.insider, dell’indagine per truffa aperta dalla Guardia di Finanza sul meeting di Rimini. Naturalmente la notizia è uscita anche sulle agenzie di stampa, come l’Ansa.

uno dei meeting di Rimini
Si tratta di una Fondazione, un tipo di ente che gode di eccessiva autonomia e privatezza, a nostro avviso. Comunione e Liberazione resta nella bufera, le inchieste sono molte. Di Formigoni si continua a parlare, per il caso di Trenord, per il suo confessore don Inzoli – sempre che si chiarisca questo rapporto di fiducia che sarebbe giunto fino ad amministrare il sacramento, ed è esploso anche il caso della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, che sostiene che l’ipotesi d’accusa e soprattutto il sequestro è eccessivo e spropositato.
Dunque il sistema di Comunione e Liberazione è sempre più in difficoltà. Anche il Meeting di Rimini viene violato. E nello stesso tempo rialza la testa Azione Cattolica, che rilancia l’impegno politico, come afferma il Nuovo Torrazzo di Crema, in un articolo del 3 dicembre. Dunque si può forse pensare che in Lombardia, prima delle elezioni, anche le associazioni cattoliche inevitabilmente riflettano sul da farsi. Azione cattolica ha alcuni esponenti di rilievo nel Pd lombardo e in quello cremonese. E qualcosa di serio da dire, parlano di impegno politico dei cattolici.
Qui sotto riporto il testo di Andrea Tornielli.
La Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, l’assise di Cl che si tiene tutti gli anni a Rimini, avrebbe fatto figurare nei bilanci perdite fittizie, spalmando quote dei ricavi su società collegate, per richiedere e ottenere contributi pubblici a cui altrimenti non avrebbe avuto diritto. Questo, almeno, in base ad una indagine del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dalla magistratura riminese, che oggi ha portato anche a un sequestro preventivo di beni per oltre un milione di euro. L’ipotesi di reato è truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche.
Sono indagati un amministratore, il direttore generale ed il responsabile amministrativo della Fondazione in quanto – secondo l’ipotesi accusatoria -, a vario titolo, hanno avuto responsabilità sia nella ideazione che nella realizzazione del disegno che avrebbe permesso al Meeting di ottenere le
contribuzioni illecite. L’ente è stato, inoltre, segnalato all’autorità giudiziaria per responsabilità amministrativa.
La fondazione Meeting avrebbe utilizzato – è stato spiegato dalla Guardia di Finanza – rapporti commerciali con alcune società caratterizzate dal comune riferimento culturale al movimento di Comunione e Liberazione, controllate dalla Associazione Compagnia delle Opere di Milano, per tarare il proprio bilancio e far figurare perdite, e giustificare così l’erogazione di contributi pubblici.
In serata è stato diffuso un comunicato della Fondazione Meeting. «L’ipotesi di reato – si legge nella nota – è per noi infondata, così come è sproporzionata la misura del sequestro preventivo della somma ipoteticamente ricevuta in modo irregolare, che oltre tutto rappresenta solo una minima parte del bilancio del Meeting. Nella sua storia ultra trentennale -prosegue il comunicato – il Meeting ha sempre operato con la massima trasparenza e non è mai stato riscontrato alcun tipo di irregolarità nella gestione. Rispetto all’ipotesi di reato contestato siamo certi di aver operato con la massima correttezza, confortati anche da documenti in nostro possesso e già da tempo messi a disposizione nel corso delle indagini. Siamo pronti – conclude la nota – a collaborare ulteriormente con totale disponibilità per il completo accertamento della verità dei fatti».