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Meglio comprendere

Da Marcofre

Se si ama leggere, quando si entra in casa d’altri si corre con lo sguardo a cercare la libreria, per cercare di conoscere i gusti, le inclinazioni del padrone di casa (o della padrona di casa). Nel nostro Paese è fatica sprecata, come si sa: al massimo ci sono (quando va bene) enciclopedie orgogliosamente intonse.

Mi stavo domandando come sarà la situazione tra… Diciamo ventidue anni? Vale a dire, quando la “rivoluzione” dei libri elettronici sarà finita, e anche questo elementare e imperfetto mezzo per giudicare gli altri, sarà inutilizzabile.
Ora che i libri finiscono in un ereader, abbiamo meno mezzi per giudicare una persona; perciò è necessario munirsi di nuovi metri di giudizio.

In questo bizzarro mondo che sta cambiando tante cose, apparenze e appartenenze stanno dimostrando di avere dei gravi limiti; certo, li hanno sempre avuti, si capisce. Questo non significa che impareremo a giudicare in base a fatti, e a premiare il merito al di là del circolo ricreativo al quale appartiene l’altro.
Però potrebbe essere l’occasione per provare a cambiare.

Ad esempio, io sono una persona piena di pregiudizi, ma non credo di essere un elemento da evitare.
Ho conosciuto invece persone che si vantavano di non averne nemmeno uno, tranne quello più grave. Quello che spinge a credere che se appartieni a una parte, allora sei in un certo modo, e i fatti (i fatti) non contano.

Lo dicessero a uno storico, così si farebbe un mucchio di risate.

È un modo di pensare che aveva un grande successo nel 1200 o giù di lì. Gli storici infatti, affermano che in quel periodo chi gestiva il potere aveva un problema: di chi fidarsi? Dei parenti, fratelli, cugini; questo non impediva congiure e omicidi, ma era un mezzo che dimostrava una certa efficacia. Il guaio è che questo Paese non si è accorto che nel frattempo il mondo ha continuato a girare, e tanto è cambiato.

Qui si continua a celebrare la “bellezza” della differenza solo se aiuta il circolo ricreativo al quale appartengo io. Se non lo aiuta, o proviene da un altro circolo, allora quel pregiudizio che non si possiede, torna a ruggire.

Si negano sempre i fatti per celebrare l’ideologia.

La tecnologia, del quale il libro elettronico è una delle forme più innovative e dirompenti, dovrebbe indurci a riflettere che per esempio, non si può chiudere una persona dentro le gabbie di un foglio di calcolo. Presumere che lo studio, la cultura ci renda migliori è un pregiudizio. Chi costruì i forni crematori aveva una buona cultura, ma non serve. L’essere umano è un animale libero, fa quello che vuole.

Che cosa resta da fare allora? Prendere atto che il mondo gira, e che è meglio comprendere, capire, invece che limitarsi a giudicare. Non è semplice, né immune da rischi e comunque i pregiudizi restano e prosperano. Ma non ci sono altre strade per prosperare.


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