Il Pd cambia idea sugli F35. Il bollettino del Pentagono, diramato qualche giorno fa, che suonava un po’ come l’ennesima critica e condanna al livello di progettazione di uno dei velivoli militari più controversi di sempre, è sembrato arrivare quasi in concomitanza con la relazione dei 21 componenti del Partito Democratico in Commissione Difesa; che bocciano senza mezzi termini l’adozione del costoso e incerto programma di acquisto degli F35.
Le parole del deputato democratico Carlo Galli sono chiare: “La ricca documentazione raccolta ha dato dignità istituzionale ai tatti dubbi sull’opportunità del programma F35. Quel che è emerso è che l’Italia del Nord è ben protetta da solide alleanze. Ma a Sud lo “stivale” affonda in una palude perché i Paesi del Nord Africa costituiscono, parafrasando il latino mare nostrum, in un mare di guai nostri. Ecco perché è assolutamente necessario dotarci di sistemi d’arma moderni”.
Una posizione del Partito Democratico che si presenta non senza polemiche, dato che la volontà del Pd di formulare un’indagine conoscitiva sui problemi relativi alla Difesa era stata presa da partiti come Movimento Cinque Stelle e Sel come l’ennesimo tentativo di spostare il problema. Ma la relazione ha invece dato un segnale ben diverso, ovvero che, nonostante le necessità della difesa siano impellenti, il progetto F35 vede ora delle alternative considerate più valide e meno costose. Il documento politico del Partito Democratico, infatti, rilancerà il progetto di un accordo con il consorzio europeo che produce i caccia Eurofighter, a fronte di un più ampio e articolato progetto di collaborazione con gli altri paesi del Vecchio Continente e per evitare una futura totale sudditanza nei confronti degli armamenti americani.
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