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Meglio l’acqua del rubinetto!

Creato il 29 gennaio 2011 da Rossellagrenci

Ecco quello che dobbiamo sapere prima di decidere quale acqua bere:

Come noto per la nostra salute è consigliabile bere molta acqua – soprattutto fuori dai pasti – nella quantità di 1-2 lt al giorno. Purtroppo, da un lato la pubblicità  e dall’altro l’inconsapevole confusione fra gradevolezza, spesso compromessa dall’odore di cloro, e sicurezza sanitaria dell’acqua potabile, ha portato negli ultimi decenni a preferire l’acqua in bottiglia a quella del rubinetto, anche se non ci sono validi motivi per farlo.
In Italia vengono così consumati ogni anno oltre 11 miliardi di litri di acqua imbottigliata e prodotte circa 200.000 tonnellate di rifiuti di plastica.

Valutiamo l’impatto di questo consumo, non soltanto in termini di risorse ma anche di altri aspetti sociali.
Il consumo di acqua in bottiglia di plastica (PET) comporta:

  • consumi di petrolio per produrre le bottiglie di plastica (8 kg per 240 bottiglie ovvero 360 lt d’acqua);
  • consumi di gasolio (ed emissioni) per il trasporto delle bottiglie di plastica vuote verso l’impianto di imbottigliamento, quindi piene fino al punto vendita (valutati in 6 lt l’anno a persona), di nuovo vuote verso gli impianti di smaltimento;
  • consumi di benzina (ed emissioni) dei consumatori: spesso decidiamo di utilizzare l’auto per andare al supermercato perché dobbiamo trasportare pesanti casse d’acqua, mentre per fare soltanto la spesa potremmo riuscire ad evitarlo (ipotizziamo, per comodità di calcolo, 2 lt l’anno a persona);
  • la maggiore presenza delle auto nelle strade urbane e dei camion sulle autostrade;
  • la fatica di portare le casse d’acqua in casa (soprattutto per gli anziani), quindi differenziare e infine trasportare i rifiuti plastici fino alla campana per la raccolta;
  • il ritiro e lo smaltimento della plastica da parte del gestore dei rifiuti la quale, nella migliore delle ipotesi, viene riciclata per produrre alcune tipologie di prodotti (oggetti di arredo urbano, maglie di pile…), per altro di utilizzo limitato e non necessario.

Se il consumo annuo totale di combustibili fossili pro capite è superiore a 8 litri di gasolio/benzina più 8 kg di petrolio, allora una famiglia di quattro persone consuma almeno 64 litri di combustibili fossili per bere 1440 lt di acqua in bottiglie di plastica invece dell’acqua potabile del rubinetto di casa.
È assurdo utilizzare oltre 4,4 lt di risorse fossili solo per trasportare 100 lt d’acqua, producendo notevoli danni ecologici e aumentando le spese.
In realtà non ci sono vantaggi per la salute a bere acqua imbottigliata. Solo specifiche acque minerali sono importanti in alcuni casi terapeutici, sotto consiglio medico, e non a scopi genericamente salutistici, come viene spesso suggerito. D’altra parte invece l’acqua potabile che arriva in casa è frequentemente controllata inoltre per legge fino a pochi anni fa vari limiti erano più restrittivi rispetto alle acque minerali. Per quanto riguarda il timore dei calcoli renali, alcuni studi degli ultimi anni (vedi cloro, calcio e calcare) inducono i medici a consigliare un ampio apporto di calcio con la dieta (oltre 1 grammo al giorno), che oltre a prevenire l’osteoporosi e le malattie cardiovascolari, in alcuni casi può ridurre il rischio di formazione dei calcoli stessi. Piuttosto è importante, come prevenzione, una elevata assunzione di acqua (2-3 litri al giorno). In sinstesi il problema della durezza dell’acqua è tecnologico (depositi di calcare nelle tubazioni, in caldaia, nella lavatrice) più che sanitario.

Inoltre l’acqua imbottigliata:

  • dovrebbe stare al fresco e al buio per non perdere le caratteristiche dichiarate;
  • ha una scadenza indicata, valida solo se non è esposta alla luce e agli sbalzi di temperatura;
  • soddisfa le esigenze del bere, ma in realtà la maggior parte dell’acqua viene ingerita attraverso i cibi e le bevande preparate con l’acqua di rubinetto.

Il grosso ostacolo al consumo dell’acqua di rubinetto è il  sapore dovuto essenzialmente al cloro o allo stato delle tubature. D’altronde la presenza di cloro al rubinetto è la garanzia di potabilità (anche se il cloro puo’ produrre sostanze indesiderate dette cloroderivati ed inquinamento ambientale). Quando la clorazione non è elevata, lasciare l’acqua in una brocca o caraffa larga in cima (in modo che l’ampia superficie dell’acqua faciliti l’evaporazione del cloro) può risolvere in parte il problema organolettico.
Diversamente, analizzando tecnica, normativa, e considerando aspetti sanitari, ambientali e sociali, nonchè di qualità ed economia domestica, si apprende che il Decreto Ministeriale 443/90 che disciplina le apparecchiature per il trattamento dell’acqua potabile ad uso domestico, contempla le tecnologie adatte per eliminare questi problemi. Si tratta di filtri largamente utilizzati dalle aziende alimentari industriali ma raramente proposti commercialmente per uso domestico.
Con questi sistemi è semplice ed economico ottenere in sicurezza acqua declorata al punto do erorgazione. Comodamente in casa acqua fresca e corrente per bere e cucinare, valorizzando tutto il lavoro del gestore e delle ASL di competenza locale, che ci garantiscono la qualita sanitaria del bene comune acqua potabile.

http://www.aqsystem.it/

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COMMENTI (1)

Da nadia
Inviato il 03 febbraio a 16:13
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un articolo sul problema del calcare lo si può trovare su questo link http://www.tutorcasa.it/blog/comerisolvereilproblemadel_calcare.htm