Si sbagliava, chi credeva che il Garante della Privacy si fosse dimenticato dell’indagine aperta in maggio per far luce, anche sul fronte italiano, sull’inconsapevole raccolta di dati effettuata da Google dalle reti WiFi aperte. Dopo quattro mesi l’indagine è sfociata in ben due azioni: una richiesta ufficiale a Google di sospendere ogni attività di trattamento sui dati raccolti dalle Google-car e l’invio del fascicolo dell’indagine alla magistratura.
Ma che effetti avranno queste azioni? Sulla prima, Google ha già risposto:
Come già dichiarato in precedenza, siamo molto dispiaciuti per l’errore che ha portato alla raccolta accidentale di questi dati. Non appena ci siamo resi conto dell’accaduto abbiamo interrotto immediatamente la raccolta di tutti i dati WiFi attraverso le vetture di Street View e informato le autorità competenti.
Il Garante, in effetti, ha chiesto a Google di fare una cosa che è già stata fatta ancor prima che il Garante stesso aprisse l’istruttoria, aggiungendo oggi la sua ramanzina ad un coro di lamentele partito in maggio.
Da domenica 3 ottobre, inoltre, entreranno in vigore le nuove regole di Google per la privacy, annunciate mentre firmava, virtualmente, un assegno di 8.5 milioni di dollari per chiudere un contenzioso aperto per questioni di privacy legato a Google Buzz.