Le tracce di dna femminili rintracciate sugli slip della vittima appartengono alla vicina di casa di Melania, Sonia; quelle maschili invece, di cromosoma Y, apparterrebbero al figlio di Sonia che la donna teneva in braccio mentre stirava delle robe in casa di Melania. Il dna isolato sotto l’unghia corrisponde invece a quello dell’estetista della vittima.
E sul fronte delle indagini c’è un’altra novità. Il consulente tecnico d’ufficio incaricato di fare una perizia sul cane molecolare che subito dopo la scoperta dell’omicidio fiutò le tracce di Melania ha considerato “inattendibile” il Bildhound. Dal Quotidiano d’Abruzzo:
Quel cane molecolare, dopo aver fiutato odori prelevati da indumenti della donna, si diresse verso una zona in particolare di Colle San Marco, nei pressi del monumento ai Martiri della Resistenza, in un percorso a metà tra le altalene e il bar-chiosco verso il quale il marito aveva detto di essersi diretta. Fino a oggi era l’unica labile traccia che restava della possibile presenza della donna lassù piuttosto che dove la procura ritiene fosse, ovvero nel boschetto di Ripe di Civitella. Fino a oggi perché il consulente tecnico d’ufficio che ha valutato il cane, un esemplare di Bildhound, nel corso di un test tenuto nelle settimane scorse in Piemonte, lo ha definito “inattendibile”.
Il cane molecolare è stato messo alla prova sullo stesso campione di abbigliamento umano assieme a un cane da valanga della Guardia di Finanza ancora in fase di addestramento: quest’ultimo ha trovato ben presto chi si doveva cercare, cosa che non è riuscita al cane molecolare sotto esame. La prova, secondo la Procura, confermerebbe quello che un’altra perizia tecnica, quella sulle celle telefoniche agganciate dal cellulare della vittima, avrebbe sottolineato: Melania il 18 aprile, il giorno della scomparsa, non era mai salita a Colle San Marco come ha raccontato il marito.
Pierumberto Angeli
Foto da Wikimedia Commons
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