Il Tribunale di Melfi ha accolto il ricorso della Sata nei confronti del provvedimento di reintegro dei lavoratori dello stabilimento lucano - di proprietà della Fiat - licenziati nel 2010.
Come si ricorderà, il 6 e 7 luglio del 2010 tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi - Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino e Marco Pignatelli - furono accusati di avere interrotto la produzione perchè avevano bloccato un carrello durante uno sciopero. Fu loro negato l'ingresso in fabbrica e, nove giorni dopo, avvenne il licenziamento.
Il sindacato Fiom ritiene il provvedimento antisindacale. Viene presentato ricorso dinanzi al Tribunale del Lavoro, che con provvedimento del 10 agosto del 2010 lo accoglie ritenendo il licenziamento "sproporzionato e illegittimo" e ordinando con decreto d'urgenza il reintegro dei tre lavoratori.
Tuttavia, la Fiat chiede ai tre lavoratori di rimanere a casa o, in alternativa, il "confino" nello stabilimento; propone ricorso avverso l'ordinanza del Tribunale del Lavoro. Nel frattempo, i tre lavoratori sono costretti a trascorrere le ore di lavoro in una stanzetta. A nulla valgono gli appelli anche del Presidente della Repubblica Napolitano. La Fiom - che attende di conoscere le motivazioni della sentenza - ha già annunciato ricorso in appello.
Ora i tre operai dovranno di nuovo lasciare il posto di lavoro; l'unica speranza è l'esito positivo dei ricorsi individuali che hanno proposto.
Roma, 14 luglio 2011 Avv. Daniela Conte
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