Titolo: Memorie di mondi
Autore: Maurizio Vicedomini
Editore: Diversa Sintonia
Anno: 2014
Genere: Fantascienza
Formato: Elettronico
Trama:
“Il tempo è un giocatore. Mescola le carte, nasconde il volto dietro una nuvola di fumo e nel frattempo aspetta. Attende una nostra mossa. Il tempo non ha fretta, è consapevole che l’ultima scelta spetta comunque a lui. L’uomo vive di rimessa, si affanna cercando di afferrare lo scorrere degli attimi, di bloccare la cascata di sabbia dentro la clessidra.”
(Dalla prefazione di Antonio Lanzetta)
Quattro racconti di sul concetto di tempo. Mondi futuri e passati, legati fra loro dallo sguardo dell’uomo, come una memoria che funzioni in entrambi i sensi.
Giudizio:
Io credo che sia pressoché impossibile apparire (molto più d’essere) imparziali quando si recensisce l’opera di un amico o un collaboratore o persino un conoscente. Tuttavia, la raccolta in questione tratta un argomento spesso al centro delle discussioni di chi, come me, è stata gettata nella “fossa” della fantascienza dai genitori sin da piccola.
Ma procediamo con ordine.
La raccolta contiene quattro racconti il cui tema principale, sovrano indiscusso, è il tempo: che si tratti della sua correlazione con gli universi paralleli o di scongiurare la terribile minaccia giunta da lontano, il tempo è essenziale, crudele e capace di costringere i protagonisti di questi racconti a riconsiderare ogni certezza che credevano di possedere. Non esiste il bianco e il nero, non tutto è semplificabile in giusto o sbagliato. Leggiamo di uomini e donne convinti di poter piegare il tempo secondo il loro volere, di poterlo plasmare secondo un disegno ben preciso, tentare di riavvolgere il tempo e portare indietro negli anni parte della saggezza acquisita, sperando di non percorrere ancora il rovinoso sentiero intrapreso. Riavvolgere il tempo, ancora e ancora, con quella terribile sensazione di aver perso parte di se stessi.
È la strada giusta? Quella sbagliata? La risposta non è servita su un piatto d’argento e probabilmente nemmeno esiste.
Lo stile è piacevole e privo di fronzoli, molto diretto. Le descrizioni non sono eccessive e la scelta di mettere in risalto certi aspetti più di altri riesce comunque a evocare immagini molto nitide nella mente del lettore. Alcuni concetti potrebbero far storcere il naso a chi non è un amante del genere, ma fa parte del gioco.
Dei quattro protagonisti si sa poco, trattandosi di racconti con un limitato numero di pagine non c’è nemmeno bisogno di chiedersi il perché di una simile scelta; tuttavia, le poche informazioni che ci vengono fornite (che sia soltanto il nome o l’insieme delle paure che non permettono al protagonista di dormire, le sue angosce, le sue speranze) bastano e avanzano a creare una cornice per la vicenda che questi sono costretti ad affrontare. Costretti è il termine più appropriato perché, quando di mezzo c’è il tempo, si è poco più che semplici osservatori.
La lettura è consigliata a chiunque ami la fantascienza, non aspettatevi tradizionali “omini grigi” se non volete rimanere delusi.
Il voto finale è 4,5 su 5.
Sull’autore:
Maurizio Vicedomini nasce a Napoli il 30 giugno del 1990. È laureato in Lettere Moderne presso l’università Federico II di Napoli, chitarrista del sabato sera e cintura nera di Taekwondo.
È vincitore della sezione fantasy del premio Mondadori Chrysalide (Prima edizione, 2013).
Ha pubblicato diverse opere di genere fantastico: Il Patto della Viverna (Ciesse edizioni, 2012), Il Richiamo della Luna Oscura (GDS, 2012), Memorie di Mondi (EDS, 2014) e diversi racconti in e-book. Ha inoltre pubblicato numerosi racconti in antologie.
Cura la rubrica FantaCliché su TrueFantasy ed è vicedirettore di Fralerighe – Fantastico.
Christine Amberpit