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Mental | Speciale Festival di Roma

Creato il 10 novembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

mental

Pubblicato il 10 novembre 2012 con Nessun Commento

Frase chiave del film: Don’t ask don’t tell

Dopo averci deliziato più di dieci anni fa con un piccolo gioiellino di trasgressione, sentimento ed umorismo come Le nozze di Muriel, P.J.Hogan ritorna a raccontare l’Australia con le sue nevrosi, le sue abitudini e quella fauna di umanità tanto bizzarra, forse perché davvero agli antipodi. Sebbene la trama, apparentemente, può condurre verso i terreni del già visto, la materia narrativa conserva i germi di un grande talento e di una perfetta macchina umoristica. In una assolata e pulita cittadina australiana sulla costa la vita pare scorrere tranquilla. Ma è solo la facciata. Una famiglia modello è minata dalle nevrosi quotidiane: moglie esaurita e rinchiusa in un ospedale psichiatrico dal marito, sindaco della cittadina e don giovanni impenitente, stuolo di figlie che credono di essere schizofreniche e socio patiche e, infine, una zia folle con la mania delle bambole. A sconvolgere il tutto arriva Chaz, una sorta di hippy con uno oscuro passato, il cui compito sarà quello di riportare tutto ad un ordine. Violento, kitsch e divertentissimo, il film di Hogan è un ritorno alla terra non solo geografico ma anche spirituale. Dopo le sue esperienza americane, l’autore parla con un rinnovato vigore del suo passato, senza fare sconti o aggiungendo sentimentalismi, ma affondando pienamente il coltello nella piaga e mostrando il marcio che ci circonda. Vicino a colleghi come il Sam Mendes di American Beauty o alla Jane Campionato di Sweety, Hogan insegue e mostra il politicamente scorretto con un vigore e una forza invidiabili nell’ attuale panorama della commedia anglosassone. Mai un cedimento o una caduta, merito anche di uno script di ferro oliato al punto giusto. A rendere il film memorabile c’è poi un nutrito gruppo di attori su cui svetta Toni Colette, non più ragazza pienotta che sogna il matrimonio e il sesso ascoltando gli Abba, ma una novella ed un po’ punk Mary Poppins che nella sua follia riflette un profondo velo di tristezza.

“A cura di Katya Marletta
con la collaborazione di Gabriele Marcello“


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