Mentre il senatore casini visitava l’iran, il regime condannava l’ennesimo cristiano al carcere…

Creato il 08 gennaio 2014 da Nopasdaran @No_Pasdaran

A quanto pare, la visita della delegazione di senatori italiani in Iran – capofila Pierferdinando Casini – sembra andata gonfie vele. In una intervista pubblicata stamane dal Corriere della Sera, il Senatore Casini non soltanto richiedeva la partecipazione iraniana alla conferenza di Ginevra 2 sulla Siria, ma senza mezzi termini dichiarava che ogni strategia per la regione mediorientale che non includa gli Ayatollah sarà destinata a fallire. Seguendo la linea del suo famoso tweet di qualche mese fa, quindi, il senatore Casini descriveva l’organizzazione terrorista libanese Hezbollah come un “attore globale” non solo per la Siria, ma anche per il Libano. In poche parole, il leader dell’UDC è riuscito a trasformare l’ingerenza del Partito di Dio nella guerra siriana – e tutti morti da questo causati – in una azione lecita che, addirittura, renderebbe questi filonazisti partner con cui dialogare…

   

Quello che Casini non ha raccontato nell’intervista, invece, è quanto accadeva nella Repubblica Islamica mentre lui e gli altri senatori italiani visitavano il Paese e stringevano le mani di Zarif, Rohani e Boroujerdi. Chissà se qualcuno dei rappresentati del regime iraniano ha informato il Senatore Casini che, il 5 gennaio scorso, un iraniano di nome Hossein Saketi Aramsari, è stato condannato ad un anno di carcere per aver abbandonato la fede islamica per abbracciare il cristianesimo. Hossein, dagli amici chiamato Stephen dopo la conversione, era stato arrestato dai Pasdaran il 23 luglio scorso nella Provincia del Golestan. Trasferito nel carcere di Jajrom e successivamente nell’ufficio dell’intelligence di Bojnord, Hossein Saketi Aramsari è stato quindi costretto a patire 15 giorni di isolamento senza alcuna spiegazione. Il 6 agosto del 2013, quindi, il suo caso è passato alll’ufficio dell’intelligence iraniana di Karaj e, ancora una volta, il povero Hossein è stato trattenuto in isolamento presso la terribile prigione di Rajaei-Shahr. Questa volta, però, il confino è durato sino al 26 ottobre del 2013. Dopo mille peripezie, infine, Hossein Saketi è stato condannato con una sentenza meramente orale, contro ogni legge internazionale, ad un anno di detenzione dalla Corte Rivoluzionaria di Karaj, con una sentenza letta dal giudice Asef Hosseini.

La cosa curiosa è che, proprio ieri, il Senatore Casini via Twitter lanciava un appello per i cristiani di Kanaye, martoriati dal conflitto in Siria. Qualche acuto osservatore, però, non ha mancato di ricordargli che anche altrove, purtroppo, i cristiani soffrono quotidianamente una persecuzione religiosa da parte di regimi repressivi e totalitari.  In particolare, come nel caso iraniano, soprattutto coloro che come Hossein Saketi, decidono di cambiare religione rischiando la condanna a morte. Agire per salvare questi “poveri Cristi” rappresenta un dovere primario per tutti i politici e i diplomatici Occidentali! 


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