Menu Cinematografico di Diario: Scrittori nei film
Pubblicato da
Redazione
Cari lettori,
la redazione di Diario
è sempre un vulcano di idee; l’ultima iniziativa nata sono i “Menù Cinematografici a Tema” di Diario,
che vi presenteremo una volta al mese. I nostri "chef cinematografici" Andrea,
Elena, Roberto e Sara
prepareranno per voi un menù a base di film (e telefilm) per allietare le
vostre serate. Per il mese di giugno abbiamo scelto come filo conduttore gli scrittori nei film: buon appetito!
Cominciamo con gli aperitivi, due serie televisive
leggerine leggerine per metterci nella giusta prospettiva per goderci la cena, l’aperitivo analcolico Castle…
Questa brillante serie della ABC si giova
della bravura istrionica di Nathan
Fillion, attore caro a Joss Whedon.
Fillion interpreta uno scrittore famoso che cerca ispirazione nella vita reale
rivolgendosi al Dipartimento di Polizia di New York dove, grazie alle sue
amicizie altolocate – fra cui il sindaco –, viene affiancato alla detective
Kate Beckett. L'ovvia antipatia e senso di fastidio si trasformano ben presto in
apprezzamento, poiché Castle utilizza la
fantasia, l'intuito e la conoscenza dell'animo umano che gli deriva dal suo
talento di scrittore per dare un forte contributo alla risoluzione dei casi. I
punti forti della serie? La bravura di Fillion, il contrasto tra lo scrittore
straricco e donnaiolo che si innamora, ovviamente, della bella poliziotta:
dunque l'UST (la tensione sessuale
irrisolta) è il nerbo. Castle è un prodotto leggero e gradevole, che usa le
storie verticali gialle come pretesto per i dialoghi brillanti. Nel notevole
finale della quarta stagione la tensione
sessuale fra Castle e Beckett ha finalmente trovato un bollente coronamento e
la serie è stata rinnovata per una quinta stagione.
Antonella Albano
…e l’aperitivo alcolico Californication...
Ispirandosi al
personaggio letterario creato da Charles Bukowski, Tom Kapinos ha creato Hank
Moody (interpretato da David Duchovny), scrittore geniale e anticonvenzionale
in perenne ricerca di un equilibrio tra la sua vita familiare e le sue tendenze
distruttive. Californication è una serie caratterizzata da contenuti
sessualmente espliciti e dialoghi esilaranti. In apparenza ironico e
divertente, il serial ha un forte retrogusto drammatico, tanto da essere
definito dramedy (fusione dei termini drama e comedy). La
serie ha esordito con una prima stagione strutturalmente perfetta e fortemente
incentrata sulla carriera editoriale di Moody, mentre nelle stagioni successive
l'attenzione degli sceneggiatori si è rivolta maggiormente alle disavventure
sessuali e sentimentali del protagonista. Uno dei migliori telefilm "per
adulti" del panorama televisivo americano. Lo show è arrivato alla quinta
stagione ed è stato rinnovato per una sesta.
Roberto Gerilli
Per stuzzicare
l’appetito in attesa dei piatti forti, arriva l’antipasto, Young Adult...
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Jason Reitman e Diablo
Cody tornano a collaborare dopo il bellissimo Juno e sfornano una commedia
amara, che prende di mira l'attuale generazione degli eterni ragazzi. Il film
mette a confronto due mentalità opposte: da un lato la protagonista Mavis Gray
(Charlize Theron), scrittrice frustata terrorizzata dal futuro, e dall'altro il
suo ex fidanzato del liceo (Patrick Wilson), uomo che ha messo da parte i sogni
adolescenziali in cambio di una famiglia in apparenza felice. Uno scontro
mostrato attraverso una serie di situazioni divertenti e drammatiche, che
sottolineano come (forse per la prima volta nella storia) la generazione
moderna non sia "in lotta" con la precedente, ma con se stessa.
Crescere e maturare significa necessariamente mettere su famiglia? O forse
ognuno dovrebbe cercare il proprio equilibrio, infischiandosene degli
schemi "classici" della
società? Young Adult è una commedia ironica e profonda, ma, soprattutto, uno spaccato generazionale.
Roberto Gerilli
Passiamo ai piatti
forti, i film che non si possono non vedere. Ecco a voi il tris di primi, Woody Allen con Harry a pezzi, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni e Midnight in Paris...
Woody Allen, da sempre
sceneggiatore dei suoi film (e vincitore di 3 premi Oscar proprio per la
miglior sceneggiatura originale), conosce bene la scrittura ed i suoi “problemi”
e affronta con ironia il tema del “blocco dello scrittore”, trovando
“soluzioni” diverse per i suoi romanzieri in crisi da pagina bianca. In Harry
a pezzi, Allen romanza la sua vita e trasforma in personaggi le persone che lo
circondano che, ovviamente, non sono molto felici di essere ridicolizzati. In
Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, Josh Brolin “risolve” il suo blocco rubando
un manoscritto non ancora pubblicato al collega (e amico!) vittima di un grave
incidente.
In Midnight in Paris, Owen Wilson, sceneggiatore
hollywoodiano insoddisfatto e aspirante romanziere, si libera grazie alla
fantasia e si butta (letteralmente) nella Parigi degli anni ’20. Terrorizzato
dal blocco nella finzione, Allen è, ironia della sorte, uno dei registi più prolifici
di Hollywood e firma un film all’anno!
Sara Guglielminetti
E proseguiamo con i secondi, Stephen King con Shining, Misery Non Deve Morire e La Metà Oscura...
Come un bel roast
beef, anche la scrittura riserva un’anima sanguinolenta. Lo sa bene Stephen
King, il quale ha sviluppato il tema del lato oscuro dello scrittore in tre
romanzi, diventati in seguito pellicole che ci hanno regalato tre immagini dal
forte valore simbolico. La più famosa: il fiume di sangue che Stanley Kubrick
lancia verso lo spettatore di Shining, con un Jack Nickolson in cerca di isolamento per la realizzazione
del suo libro; troverà invece fantasmi, follia e un’accetta da scagliare contro
la famiglia.
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Le gambe spezzate a colpi di martello da Kathy Bates ci ricordano
quanto possa essere morboso il rapporto tra lo scrittore, i personaggi da lui
creati e i fan: Misery Non Deve Morire, di Rob Reiner, ci insegna che lo
scrittore deve pensarci due volte prima di ammazzare uno dei suoi personaggi.
L’occhio nel cervello della Metà Oscura è, invece, il simbolo che George
Romero sceglie per rappresentare l’alter ego, l’identità fittizia che gli
scrittori usano quando vogliono evitare di firmare le opere con il proprio
nome: ma quando si decide di uscire allo scoperto, l’alter ego accetterà di
essere accantonato?
Andrea Marzella
Per chi non è ancora
sazio, il nostro Menu propone ancora Vero come la finzione, il dolce, una chicca cinematografica, un
film di “nicchia”...
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Vero Come La Finzione è una storia d’amore strampalata tra due persone che solo all’apparenza
sembrano incompatibili: Harold (Will Ferrell) è un esattore delle tasse
ossessionato dai numeri, Ana (Maggie Gyllenhaal) è una pasticcera estroversa.
Durante un controllo fiscale, Harold incontra Ana e, dopo un buffo
corteggiamento, l’amore trionfa. Non c’è niente di nuovo, è una storia banale.
Proprio per questo motivo, Kay Eiffel (Emma Thompson), scrittrice nevrotica e
in crisi creativa, decide che è meglio far morire il personaggio di Harold al
termine della storia: sì, perché la vita di Harold è in realtà un romanzo e,
per sua sfortuna, è un romanzo che ha bisogno della morte del protagonista
perché funzioni. Tra farine per dolci, uffici asettici e sigarette spente con
lo sputo, il regista Marc Forster ci racconta una storia dolce e surreale, con
al centro la figura dello scrittore, diviso tra l’amore per il personaggio e la
crudeltà delle regole narrative.
Andrea Marzella
Per chi non vuole
abbandonare la tavola e ha apprezzato il
menù che abbiamo scelto, chiudiamo con il caffè, Scoprendo Forrester…
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Sulla scia di film cult
come L'attimo fuggente e Will Hunting (dello stesso regista), Gus Van Sant
realizza un film drammatico sui difficili temi dell'educazione e
dell'adolescenza. Jamal Wallace (Rob Brown) è un ragazzo talentuoso nato da una
famiglia povera in un quartiere difficile. Eccelle nella scrittura creativa e
nel basket ed è stato convinto che solo quest'ultimo riuscirà a dargli una vita
migliore. A fargli cambiare idea c'è William Forrester, il mentore che tutti
vorremmo avere, un uomo che, scevro da ogni pregiudizio, punta forte sul
ragazzo e lo sprona a guadagnarsi il futuro che vuole. Scoprendo Forrester è
una pellicola d'ispirazione, coinvolgente e commovente. Un film educativo, che insegna a mettere da
parte preconcetti e intolleranze e che incoraggia a impegnarsi e lottare per le
proprie passioni e i propri sogni. E quando dubitate del vostro talento ricordatevi
le parole di Forrester: "Pesta su quei tasti, per la miseria!"
Roberto Gerilli
…e con l’ammazza caffè, Il pasto nudo...
Il pasto nudo è un
film del 1991 del regista David Cronenberg ispirato al racconto di W.S.
Burroughs. Un film per stomaci forti (se non amate insetti et simili non
fa decisamente per voi), che non hanno paura della potenza visiva e espressiva
di Cronenberg. Il pasto nudo è un film in cui le allucinazioni si mescolano al
reale, dove non c’è un filo logico se non l’illogicità della paranoia e follia
debordante del protagonista. Un aspirante scrittore in cerca di una storia, in
cerca di una via di fuga. Un uomo che nella sua follia uccide la moglie e
scappa a Tangeri, dove pensa di essere coinvolto in strani complotti alieni. Un
film a volte di difficile comprensione, un continuo passaggio tra situazioni
oniriche, allucinanti e reali, che mostrano senza ombra di dubbio che anche su
pellicola è possibile rendere la follia della mente umana e gli incubi che vi
imperversano.
Elena Bigoni