Per Artefiera nuove prospettive d’investimento in un’edizione 2014 che guarda all’Est, tra l’Europa e l’Oriente
Ai tre curatori spetta il compito di gestire il volano di un’economia se fosse possibile ancor più volatile, diversificata e fluida, segmentata tra piccoli collezionisti e fast consumer, esperti compratori e nuovi boho chic (che investono in futures cioè nella giovane arte contemporanea, nei multipli, nella fotografia e grafica d’autore).
Una fiera che non vuole essere solo mercato ma che nelle parole di Claudio Spadoni punta ad un criterio che «Io credo debba essere quello della ricerca della qualità», impostando la fiera «Con un approccio curatoriale, con il diritto di invitare delle gallerie» ha aggiunto Verzotti.
Tra le importanti collaborazioni torna la Artcity realizzata dal MamBo e da Istituzione Bologna Musei, che punta quest’anno a celebrare il maestro Giorgio Morandi, scomparso cinquant’anni fa «Il valore di Morandi diceva il Longhi l’avremmo conosciuto tra cinquant’anni» ha detto Gianfranco Maraniello.
Altra novità di quest’anno è la collaborazione con la fiera Mia di Milano che tenta la collaborazione tra una fiera specialistica e una più generalista.
Misurare i flussi di mercato dell’arte italiana in primis ma anche internazionale, proponendo un modello espositivo in cui alla fiera mercato si affiancheranno tavole rotonde, party e visite guidate, pare essere l’ottica all’interno della quale inserire l’iniziativa, con l’obiettivo di differenziare l’offerta sostenendo a un tempo anche il mercato dei piccoli collezionisti. Una percezione che punta a formare il gusto più che la moda e che pare all’oggi essere «Uno degli ultimi sistemi, modi, mezzi, per contrastare e salvare l’identità delle gallerie, quel luogo in cui i collezionisti dibattevo di arte e cultura, dove si formava il gusto e non la moda del fatto artistico (Massimo di Carlo presidente di ASCOM) ».Le intenzioni, le collaborazioni e i numeri di Artefiera fanno ben sperare anche se il polso della situazione potrà essere valutato scientemente solo all’apertura nel 2014.
Certi che qualche rischio vada corso, per evitare che questa manifestazione così ricca di stimoli e di potenzialità finisca per essere solo un luogo di transito e si appiattisca come mercato “secondario” resta implicito il monito di riprendersi con veemenza il carisma culturale che le spetta.