Si fa presto a parlare di mercati, mercatini del design, di autoproduzione, di ritorno all’hand-made, di artigiani 2.0. Ormai questi termini sono entrati a far parte dell’uso comune, ma proprio in quanto abusati, spesso anche lo svuota-cantine domenicale viene chiamato “Old Design Market“. No. Ci sono delle sottili ma evidenti differenze tra metter su un mercato cercando di tirare in mezzo quanti più banchi è possibile per fare scena (e cassa) senza prestare attenzione al prodotto, ed il selezionare accuratamente i mercanti in nome di un concept e di un’etica basata sull’autoproduzione vera!
I mercati sono sempre esistiti, forma di commercio primordiale antica quanto il mondo. Ma tra i mercatini rionali o quelli che si tengono settimanalmente in ogni città (quelli dove trovi le mutande ad un euro, per intenderci) ed i nuovi “Design Market” c’è una bella differenza (o almeno ci dovrebbe essere). Questi ultimi sono spazi nati apposta per dare spazio e visibilità ad una nuova (o forse sempre esistita) generazione di artigiani e smanettoni 2.0 (due punto zero perché oltre ad usare le mani sanno anche farsi promozione da soli utilizzando il web, tanti…ma non tutti), per esporre, presentare e vendere le loro originali creazioni.
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Dietro ai banchetti, curati come fossero negozi reali, si nascondono spesso professionisti della grafica, dell’illustrazione, della fotografia, esperti della comunicazione o della moda, che decidono di commercializzare i loro prodotti in questi luoghi. Perché? Perché, diciamola in tutta sincerità, piazzare le cose in qualche negozio è difficile, il più delle volte vengono prese in conto vendita e lasciate a prendere polvere in un angolo. Ma soprattutto è una scelta, perché la dimensione del mercato permette di incontrare le persone, interagire, spiegare, parlare, conoscere, farsi conoscere e creare dei legami che vanno oltre il prodotto in sé.
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In questa ottica, chi va a visitare questi posti, anche solo per curiosità, non si può avvicinare ad un banco come fosse quello dello stockista del mercatino del venerdì di Livorno, giocando solo al ribasso e cercando “l’affare“. Qui l’affare sta nel vedere e conoscere, guardare e toccare, interagire e sostenere progetti e idee; la curiosità è il motore, il sapere di avere acquistato qualcosa di unico e non dozzinale è la benzina. Ci vogliono amore e rispetto… Se l’obiettivo, invece, è solo spendere poco…H&M è sempre dietro l’angolo! ;)
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Quindi questa domenica, quando verrete a Firenze per l’edizione estiva del Gran Bazar, al bellissimo Lago dei Cigni, fate i bravi che qui tutti i mercanti sono selezionati e le loro produzioni originali. Chiaramente ci sono anche io insieme a Pirati&Sirene!!! ;)
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