In somma, una poveraccia alla fine si alza, che deve fa'?
Cosa fare alle 6 di mattino per sfinire le energie di una pupa dopata?
Attenzione, sto per mostrarvi immagini che non consiglio di ripetere a casa, a meno che voi non vi troviate in una situazione di analoga gravità.
Ok, la finisco: oggi parleremo di Body-art.
Era da tempo che volevo scriverne; oggi coglierò l'occasione di questo mio inutile stato di veglia in condizioni meteorologiche avverse, mentre i restanti quattro abitanti della casa se la dormono (gatti inclusi).
Voglio innanzi tutto segnalare colei a cui mi sono ispirata, in fatto di attività da fare con i bambini è un poco la mia guru, a proposito di pittura ho trovato molto interessante questo post, che mi ha offerto molti punti focali su cui riflettere e lavorare.
Non è così intuitivo e semplice far dipingere un bambino piccolo.
Io credo che la prima e la più importante regola da osservare sia proprio "osservare", capire le diverse esigenze e le diverse propensioni di ciascun piccolo artista del pennello, e proporre un approccio graduale.
Spero che Debbie non me ne vorrà se espongo qui le mie riflessioni in appendice alle sue.
La prima volta con la pupa è stato un mezzo disastro (ne avevo parlato un po' qui).
Nel frattempo abbiamo fatto grandi passi avanti.
Dunque la prima cosa è osservare, la seconda è non arrendersi alla prima difficoltà (i bambini devono avere il tempo di abituarsi a una novità, oltre che di imparare a dedicarsi ad un'attività che non conoscono); la terza è imparare dai propri errori.
E io ne avevo fatti una serie:
- Credendo di dover lasciare il più possibile spazio alla sua libera iniziativa, le avevo messo a disposizione colori e strumenti (un pennello) e avevo lasciato che sperimentasse da sola l'uso che poteva farne. In realtà credo che questa cosa l'abbia spiazzata: lei era molto attratta dalla pastosità dei colori per dita, se li spiaccicava tra le mani, ma non arrivava a immaginare un possibile utilizzo diverso da quello di assaporarne consistenza e giocare a farci cik-ciak. Mi rendo conto che anche quella è una fase importante: prendere dimestichezza col materiale, conoscerne le qualità materiche e saggiarne le potenzialità. Allora forse avrei dovuto lasciare che questo primo approccio si esaurisse nella reciproca conoscenza, senza pretendere che lei si desse subito alla pratica pittorica.
- Sempre nella convinzione di lasciarla il più libera possibile, le avevo messo a disposizione un'enorme superficie di cartone su cui lei potesse muoversi liberamente (anche per limitare il debordare dell'esperienza artistica al di fuori dai limiti consentiti). In realtà mi sono accorta che riusciva a concentrarsi maggiormente e a trarre maggior gratificazione quando si trovava a disposizione uno spazio ben delimitato, più gestibile almeno finché non avesse preso maggior confidenza con la tecnica.
- L'avevo incoraggiata ad utilizzare le mani, credendo che un approccio più diretto con il colore, il contatto coi materiali, la possibilità di imprimere segni colorati sul cartone direttamente con le dita, fosse più semplice all'inizio e più stimolante. Avevo dei preconcetti, è vero. In realtà ho dovuto constatare che a lei non piace particolarmente avere le mani sporche e molto impiastricciate senza avere la possibilità di pulirle, e questo ha fatto sì che istintivamente le mettesse in bocca, come avrebbe fatto se le avesse avute ad esempio sporche di banana spiaccicata o di yogurt, e le conseguenze sono state pessime.
Quindi si ritenta:
Stavolta ho preso questi accorgimenti:
- Onde evitare lo sgradevole incidente del pasteggio a tempere a dita, mi sono cimentata nella mirabolante impresa di realizzare tempere casalinghe con materiali ingeribili (farina e acqua, più i famigerati coloranti alimentari).
- Al posto del grande cartone un cartone ridotto, che ho fissato al suo piccolo tavolino milleusi altezza pupa, che lei già utilizza quando disegna con le matite colorate, e vedo che si trova più a suo agio dovendo gestire una piccola superficie.
- Le ho dato subito in mano i pennelli e le ho mostrato come utilizzarli (ma a quanto pare aveva già fatto pratica altrove!)
Avere le mani sporche non le piace a lungo andare, quindi le metto a disposizione diversi canovacci e le mostro come pulire se stessa e i pennelli quando sono molto inzaccherati:
Il risultato, di cui siamo state molto orgogliose, è stato questo:
A me piace molto: mi sembra una foresta incantata con alcuni Dolmen... va be', ma non pretendo che li vediate anche voi!
Alcuni appunti finali (partendo dalle osservazioni di Debbie):
- ho dovuto superare la mia resistenza a lasciare che la pupa si sporcasse da capo a piedi quando la faccio dipingere, anzi, ho messo questa eventualità in conto, e quasi come una necessità. Il problema è che io sono piuttosto pigra per quanto riguarda rassettare e predisporre tutto nie minimi particolari. Piuttosto che cambiarla due volte (prima e dopo la pittura) e dover comunque avere dei panni da lavare, lascio che si sporchi gli abiti che ha indosso, tanto qualsiasi copertura non sarebbe sufficiente del tutto e poi le tempere per bimbi sono perfettamente lavabili e i vestiti tornano puliti senza tanta fatica.
- Idem come sopra per il pavimento: non metto nessuna protezione sotto, preferisco passare un colpo di straccio alla fine che avere teli e giornali fradici e impiastricciati da levare di mezzo. L'unico problema è che quando la stagione non è ancora calda, stare sul nudo pavimento è altamente sconsigliabile in casa nostra, ma pare che ne stiamo venendo fuori...
- le mie tempere fatte in casa erano una ciofeca: troppo liquide, il colore steso non era opaco, ma praticamente invisibile sul cartone scuro. alla fine le ho integrate con i soliti colori a dita, una volta appurato che l'incidente della prima volta non si sarebbe ripetuto in condizioni ottimali (i colori alimentari sono necessari per i bimbi che vengono iniziati alla pittura quando sono molto più piccoli, ma la pupa ha già quasi due anni, e riesce a controllare quasi perfettamente l'istinto di saggiare tutto con la bocca!). Non escludo però che qualche volenteroso possa provare a mettere a punto una ricetta perfetta (la pasta del colore deve risultare molto densa per poter dare buoni risultati di visibilità!) e realizzare le sue tempere fatte in casa. Fatemi sapere in caso!
- Debbie non interviene mai nel lavoro di suo figlio. Io con la pupa invee non sono riuscita a trattenermi: ho collaborato. Ritengo che dipenda dallo scopo che vi prefissate: io sono portata per lo svolgere un'attività insieme, pur non interferendo con il suo lavoro, ma mi rendo conto che da un altro punto di vista questo potrebbe essere inteso come "condizionare la sua libera espressività". Però mi piace quando lei dice, indicando il cartone "L'hanno fatto Mimi e mamma!"
- Io non taccio. Io non taccio quasi mai quando sto con la pupa: praticamente da quando è nata non faccio che parlare di continuo, un monologo ininterrotto fino a qualche mese fa, un dialogare esilarante ora. Il nostro modo di rapportarci l'un l'altra è fatto soprattutto di parole, interrogazioni, risposte, descrizione di ciò che stiamo facendo o che abbiamo appena fatto. Quando lei mi dice: "Mette il giallo Mimi?" Io rispondo: "Sì, Mimi, metti il giallo, brava!". Quando lei mi dice: "Chebello chebello ha fatto Mimi!" io incalzo: "Sì Mimi, è proprio bellissimo! Brava!" E non so se ciò sia ineducativo, ma non credo che lei dipinga solo "per compiacere me", ma che le piaccia condividere la soddisfazione di aver fatto qualcosa di bello. E' una bambina estremamente comunicativa e non potrei smorzare i suoi entusiasmi astenendomi dal parteciparvi.
Mimi è ormai padrona della tecnica ed è più disinvolta nell'usare pennello o mani. Sperimenta anche le potenzialità della body art. Con che coraggio impedirglielo?
Io per conto mio ho oramai interiorizzato una pressocchè totale indifferenza allo sporco da pittura da dita. Tanto pulire, bisogna pulire, e allora...
La piccola Pollok!
Mimi sperimenta un'epifania vera e propria: se tu mischi blu...
...e rosso...
"Biola! E' biola mamma! E' Biola!"
Guardava e cercava di capire la magia. E' stato molto bello vederla fare questa scoperta, vederla cosciente della portata di ciò che aveva appena svelato.
Ma veniamo a oggi:
Ottima cosa essere ancora in pigiama e pregustare un bel bagno con animali spompa-pupa.
La body art è ormai pratica appurata e consolidata.
Ci si tinge di rosso con cura i piedi...
Poi si passa alle braccia:
Il misfatto è compiuto.
Posso dire che abbiamo una pupa perfettamente iniziata alla pittura con dita, mani, piedi, corpo...
Oggi ho voluto anche inserire una variazione sul tema (l'idea non è proprio mia: il suggerimento me l'ha dato un blog che ora vado a rintracciare, poi ve lo segnalo).
Una spugna tagliata in pezzi di varie forme.
L'idea era che si potessero usare come una sorta di timbrini, ma lei ha preferito darsi alla Drip Painting!
Riepilogando care mamme, cosa dire?
Osservare, non desistere, imparare dai propri errori, mettere a loro agio i piccoli artisti, non imporsi metodi prefabbricati, seguire la propria indole, accettare di buon grado lo sporco, lasciare il campo aperto a sperimentazioni, e infine, lasciare che si diverta (divertitevi anche voi, se vi riesce eh!)
(Grazie Debbie!)