Come avevo anticipato, anche la sonda della NASA MESSENGER, così come fu per Venus Express dell'ESA, si trova a dover fare i conti con le riserve di propellente, ormai agli sgoccioli.
Lanciata il 3 agosto del 2004, la sonda ha più di 10 anni di volo sulle spalle, in continua lotta per contrastare gli effetti dovuti alla vicinanza del Sole sulla sua traiettoria di volo.
Ora, che la missione è giunta al termine, si sta cercando di mantenerla in orbita il più possibile per godere ancora di un incredibile vista ravvicinata della superficie di Mercurio.
L' 8 aprile, il team della Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (APL) a Laurel, Maryland, ha condotto con successo una manovra di emergenza ( OCM-15a) per integrare il burn programmato del 6 aprile (OCM-15) che si era concluso troppo presto sfruttando le ultime gocce di idrazina disponibili. Se ce ne fosse abbastanza, l'OCM-15 avrebbe dovuto sollevare MESSENGER con un periasse di 25 chilometri.
La sonda, infatti, dispone un sistema di propulsione principale bipropellente a base di idrazina e tetrossido di azoto ma trasporta anche l' elio gassoso. Questo gas, che era stato utilizzato per pressurizzare i serbatoi può essere utilizzato per il controllo dell'assetto e piccoli aggiustamenti durante le accensioni principali. Gli ingegneri, però, hanno ritenuto che potesse essere sfruttato anche come carburante principale, trasformando di fatto MESSENGER nel primo veicolo spaziale ad elio gassoso!
"La squadra non poteva sapere esattamente quanta idrazina liquida era rimasta a bordo", ha spiegato Karl Wittenberg, vice Mission Operations Manager nell'ultimo report del 9 aprile.
"Il software di bordo è stato programmato per passare automaticamente all'utilizzo dell'elio gassoso, in caso di esaurimento dell'idrazina durante la manovra. Ma anche se il passaggio progettato è stato eseguito, le nostre analisi post-manovra hanno indicato un deficit nel cambio di traiettoria desiderato".
Con l'OCM-15a, in un certo senso, la squadra ha fatto un esperimento direttamente sul campo ed ora sa per certo che l'elio gassoso potrà tenere in vita ancora MESSENGER, garantendole altri emozionanti momenti di scienza. Il problema è che i motori non sono ottimizzati per gestire un gas in pressione come propellente perché hanno limitatori di flusso e diaframmi per l'idrazina che ostacolano ne prestazione. Per cui, nonostante gli sforzi creativi, la navicella non guadagnerà molto tempo, giusto qualche settimana.
La manovra di mercoledì scorso, pianificata ed eseguita nel tempo record di due giorni, ha risollevato la sonda da 18,2 km a 29,1 km sopra la superficie del pianeta.
Qui sopra la vista simulata della posizione di MESSENGER nel momento in cui sto scrivendo questo post.
I due frame in alto a destra mostrano rispettivamente il campo visivo della Wide-Angle Camera (WAC) a sinistra e della Narrow-Angle Camera (NAC) a destra.
Mercurio - Carnegie Rupes
Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington
Questa incredibile e dettagliata immagine della superficie di Mercurio è stata ripresa il 10 aprile 2015 dalla Mercury Dual Imaging System (MDIS). La risoluzione originale è si 250 metri/pixel. Riprende la cosiddetta Carnegie Rupes, un dirupo a 57.6° di latitudine e 306,2° Est di longitudine, che taglia il cratere Duccio di circa 133 km di diametro. Avvicinandosi verso la scarpata da sud-ovest, ci troveremmo di fronte un muro alto circa 2 chilometri!