
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno evidenziato l'infiltrazione mafiosa in settori economici strategici, mediante la gestione occulta di una nuova società che si era aggiudicata importanti commesse pubbliche per la costruzione e manutenzione di reti di gas naturali e per la gestione del servizio di distribuzione di gas in Sicilia, Calabria e Abruzzo.
Secondo l'accusa i capimafia avrebbero assicurato agli imprenditori l'aggiudicazione di lavori e l'apertura di cantieri edili. I beni sono di presunta provenienza mafiosa riconducibili a imprenditori ritenuti vicini ai boss Bernardo Provenzano e Benedetto Spera.





