"Metà di un sole giallo" racconta un drammatico periodo della storia contemporanea africana: la lotta del Biafra per raggiungere l'indipendenza dalla Nigeria, con la conseguente guerra civile che costò la vita a più di un milione di persone. Con empatia e naturalezza Chimamanda Ngozi Adichie narra la vita di alcuni personaggi toccati dalle terribili vicende della guerra: il giovane Ugwu, domestico nella casa di Odenigbo, un professore universitario animato da un sacro fervore per il suo Paese e per la causa dell'anticolonialismo; Olanna, la bellissima moglie del professore, che per amor suo ha abbandonato la ricca famiglia di Lagos e si è trasferita nella polverosa città universitaria di Nsukka; Richard, uno scrittore inglese che è innamorato della sorella gemella di Olanna, Kainene, una donna misteriosa che non vuole impegnarsi con nessuno. Mentre le truppe nigeriane avanzano, i protagonisti del romanzo devono difendere ciò in cui credono e riaffermare gli affetti che li tengono uniti.
Un affresco drammatico e coinvolgente, ricco di colpi di scena, che s'interroga sul colonialismo e la responsabilità morale di un conflitto appoggiato dalle superpotenze mondiali.
La Recensione
La metà di un sole giallo, da cui il titolo, è quella che compare sulla bandiera del Biafra, ricca regione meridionale della Nigeria che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta scatenò e perse una guerra di secessione. L'idea era quella di un sole nascente: eppure, a leggere queste pagine, non si può non cogliere l'ironia di un sole che è, appunto, solo metà, come perennemente destinato a essere monco, diviso, messo da parte, come il destino dell'etnia Igbo, minoranza sconfitta e punita dalla maggioranza nigeriana.
Nelle intenzioni della sua autrice, questo è un libro essenzialmente per ricordare, oltre che per raccontare una storia. Così come dentro Metà di un sole giallo c'è un altro libro, quello progettato e sempre procrastinato dallo scrittore Richard, l'unico bianco tra i personaggi, allo stesso modo la storia del Biafra si mescola a quella più personale dei personaggi. Noi morivamo mentre il mondo taceva: questo il titolo accusatorio del libro-nel-libro sempre in divenire. E in effetti c'è da dire che la guerra del Biafra fu la prima vera grande guerra del mondo post-coloniale, un conflitto che portò alla nascita di Medici senza frontiere (ma solo a guerra finita). In quegli anni il Biafra divenne oggetto di documentario, materia di politica estera, argomento preferito di genitori per invogliare i figli a finire il pasto; ma il mondo, appunto, è rimasto a guardare, permettendosi una riflessione solo a conflitto esaurito.
Se queste sono le intenzioni, certo lodevoli, dell'autrice, i risultati non mi sono sembrati proprio all'altezza. La storia segue principalmente le vicende del clan familiare di Odenigbo, un ricercatore idealista, con il suo giovane servitore Ugwu e la compagna Olanna; su un ramo parallelo, la vicenda della gemella di Olanna e del suo amante bianco, lo scrittore Richard. La vicenda politica resta sempre sullo sfondo, scandita dai soffusi proclami politici, lontani come la radio che gracida nell'indifferenza generale. Inoltre, la trama vede alternarsi due piani temporali differenti: l'inizio degli anni Sessanta, con la tranquilla vita privata dei personaggi in una Nigeria ancora unita e "civile", e poi la fine del decennio, con l'evolversi della guerra civile. L'impressione che si afferma ben presto, senza mai più andare via, è di un romanzo che per un bel po' tira a campare, capitoli e capitoli a raccontare minuzzaglie del quotidiano. Così, la lettura si allunga e rallenta, procede a fatica, risulta noiosa. I repentini salti temporali servono solo a confondere un lettore che, principalmente, non è avvezzo alla storia politica nigeriana: ci si ritrova di punto in bianco nel bel mezzo della guerra, senza capire perché sia scoppiata, a seguire ancora una volta le vicende personali dei personaggi. Per poi tornare indietro e poi saltare ancora una volta... se l'intenzione dell'autrice è davvero quella di tramandare il ricordo della guerra, perché raccontarne pezzi?
Romanzo ben poco "storico", dalla forte ambientazione familiare, ruota attorno ai personaggi: scelta obbligata dunque la narrazione a fuoco multiplo. A fare da padrona è Olanna, centro indiscusso del romanzo, nonché il ritratto più forte e vivido, sorpattutto a considerare il gioco di specchi con la gemella; degno di nota anche il ritratto del giovane Ugwu, mentre il personaggio di Odenigbo rimane imprigionato nella sua maschera di intellettuale idealista cieco agli eventi.
Una lettura parzialmente soddisfacente e parzialmente deludente, dunque: una lettura importante che tramanda il ricordo, la storia, ma che finisce con l'annoiare il lettore anche meno esigente.
Si potrebbe dire forse che la storia di un paese è anche la storia personale dei suoi abitanti. Ma si potrebbe anche dire che, in fondo, tutte le guerre si assomigliano.
Giudizio:+3stelle+
Articolo di Tancredi
Dettagli del libro
- Titolo: Metà di un sole giallo
- Titolo originale: Half of a Yellow Sun
- Autore: Chimamanda N. Adichie
- Traduttore: S. Brasso
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2010
- Collana: Super ET
- ISBN-13: 9788806203023
- Pagine: 454
- Formato - Prezzo: Brossura - 14,00 Euro