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Metalogo tra etica e morale

Da Anna
Metalogo tra etica e morale
Due amici al telefono....Artemisia: …. Cosa mi auguro per quest’anno? Che ogni cittadino italiano possa godere delle ricchezze dell'Italia, pubblicamente e senza condizionamenti e che si possa sentirsi orgoglioso di essere italiano … ma ho il presentimento che ci sia una spinta ottusa che non vuole proprio metter mano a questo tipo di operazione. Ecco perché ad oggi è ancora così aperta la questione morale! … Corruzione a tutti i livelli della vita economica, civile e politica, scambi di favori, lo sfruttamento di risorse pubbliche a vantaggio di interessi privati, la diffusa mafiosità dei comportamenti. E una sorprendente maggioranza di italiani che approva e nutre questa impresa. Come siamo giunti alla misera situazione nella quale ci troviamo?Cavaradossi: Per Roberta De Monticelli il male è antico e affonda in una storia di sudditanze che ancora crea personalità fragilissime dal punto di vista dell'assunzione di responsabilità, mentre le élite intellettuali restano incapaci di interpretare il profondo bisogno di rinnovamento.Artemisia: Cosa si può fare contro questo scetticismo?Cavaradossi: Intanto imparare a difendere la serietà della nostra esperienza etica e morale, smentendo la convinzione che non esista verità o falsità in materia di giudizio pratico, cioè del giudizio che risponde alla domanda: "che cosa devo fare?". Anche la politica deve riprendere la via di socratica. Artemisia: Parlare di morale sembra qualcosa di obsoleto, ma noi dobbiamo confrontarci con questa esperienza a partire dalla comprensione che esiste tra etica e moraleCavaradossi: In realtà la radice è simile ma non uguale. Infatti per "morale" s’intende l'insieme delle consuetudini sociali legate ad una certa tradizione culturale o gruppo sociale o individuo particolare, e per "etica" lo studio filosofico universale del bene e del male e quindi della morale. In tal modo, "etica" ha un livello di astrazione più alto rispetto a "morale".Artemisia: Molto bene amico mio, chiariamo bene la differenza in modo che si possa capire.
Cavaradossi: Morale deriva dal latino mos, l'insieme dei costumi e delle usanze ereditate dagli antenati. Perciò la morale è quella parte di filosofia centrata sulle norme di un gruppo, una collettività o anche una civiltà, costruite nel tempo per stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Serve ha mantenere l’integrità del gruppo o della religione e ha farli sopravvivere. Non ha altre funzioni.Etica deriva dal greco ethos, parola che non a caso i romani traducevano come habitus, da cui derivano l'abito, il modo di apparire, e l'abitudine, un modo costante di comportarsi.
Come tutti gli abiti, a indossarli è una sola persona. Quindi, l'Etica è quella parte di filosofia che si occupa del comportamento di un singolo essere umano nei confronti dei suoi simili E’ il sentimento del giusto che ogni uomo ha nel suo cuore.
Artemisia: Quindi ciò che conta è la dimensione quantitativa: l'etica riguarda il singolo, la morale riguarda il gruppo. Si sa che spesso i singoli vogliono distaccarsi dalle consuetudini di un gruppo, mentre i gruppi tendono a tenere a freno le spinte dei singoli per non destabilizzarsi. Per questo, si può essere etici senza seguire la morale della comunità di cui si fa parte, così come si può essere morali - o moralisti - e non avere idea di quale sia la propria etica, ossia la propria idea di giusto o sbagliato. La moralità può attraversare le nostre vite. Lo vediamo dal modo in cui rispondiamo alle sollecitazioni del mondo e delle persone. Gli stessi pensieri e sentimenti sono oggetto anch'essi di risposte morali. Proviamo sentimenti come la colpa o la vergogna per il modo in cui abbiamo agito e siamo in grado di ridescrivere la situazione e guardarla con occhi nuovi. La moralità è di per sé aperta alla critica e alla revisione. Quindi sia l’etica che la morale ci insegnano i criteri della scelta.Cavaradossi: Come dice Sartre: "Non può esistere etica, se non viene proposto un concetto di libertà". E in ogni caso non può esserci etica o morale totalmente disconnesse dai condizionamenti della propria cultura. L’uomo morale ha interiorizzato le regole! La morale autentica riconosce la fragilità del bene. Il Bene non è qualcosa che si scopre individualmente, ma si costruisce nel dialogo con altri punti di vista (Ethos).Artemisia: Quindi l'etica è un problema paradossale: restare fedeli a se stessi nell'infedeltà, nel cambiamento, cioè mantenere la coerenza nella vita e dei piani di vita degli individui, in maniera tale che si viva una vita migliore.Cavaradossi: Come sostiene Remo Bodei, l’etica è il grande progetto di costruzione umana, una conquista fragile, che va difesa. Non è iscritta nel cuore degli uomini, come credeva Rousseau, secondo cui bastava sollevare il velo dell’ignoranza per rendere buono l’uomo. Non è la voce di Dio che rimbomba dentro la nostra coscienza, come diceva Kierkegaard. Non è qualcosa di dato in natura, ma frutto di una lunga evoluzione. E’ una costruzione in fieri, che va alimentata. E’ un aspetto della spiritualità. Artemisia: Rispettare tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro razza e ceto sociale, è un valore etico. Agire per il bene comune è un principio etico … si fa ancora troppo poco e la politica dovrebbe riprendere in mano questo tipo di ragionamento per rinnovarsi, a partire dalla scelta di coloro che guidano il nostro Paese! Io pretendo che chiunque ci governi sia una persona moralmente ed eticamente corretta, che nella sua scala di valori ci sia in primis il bene comune.Cavaradossi: Infatti la propria gerarchia di criteri e valori orienta le proprie scelte. L’etica personale corrisponde alla propria gerarchia di valori. Nel costruire la nostra gerarchia, non siamo liberi, ma fortemente condizionati dal campo di coscienza collettivo. In Europa, l’etica collettiva ha tre radici: la filosofia greca, la radice giudaico cristiana, il diritto umano (Enea: umanitas e pietas). Infine alcune ideologie forti, come il liberalismo (etica borghese) sfociata nel liberismo e nel mercantilismo, il marxismo (etica collettivistica), la psicoanalisi. E in Italia, la chiesa cattolica. Artemisia: E di nuovo il condizionamento dalla morale cattolica che impedisce il progredire di uno Stato laico e indipendente. Non permettere ad un individuo di decidere la fine della propria vita, quando le condizioni e la sofferenza diventano insopportabili è un valore della morale cattolica, non è un valore etico perché non è un valore che ogni uomo porta nel suo cuore. Infatti fuori della religione cattolica, in molte parti del mondo, si riconosce all’individuo la libertà di decidere della propria vita. La morale è legata al contesto ed ai tempi e si può modificare! Pensaci, se fossimo vissuti negli Stati del Sud degli Stati Uniti, nei primi decenni dell’ottocento, la morale “imperante” in quel tempo, ci avrebbe spinto a essere schiavisti. Concedere a tutti gli uomini pari diritti e opportunità, è un valore etico. Cavaradossi: Mia cara amica hai ragione, si può cambiare.Artemisia: Ad un certo punto, si deve cambiare! E lo dobbiamo fare tutti dalle Istituzioni ad ogni singola persona, attraverso il dialogo, la cultura, attraverso un’azione di educazione permanente che parte prima di tutto dall’alto come quando ad un certo punto della nostra storia si è scelto di diffondere la lingua usando lo strumento TV. E’ un’azione necessaria per non finire nel baratro. In gioco c’è il benessere in senso totalizzante del termine, quell’armonia sociale di cui abbiamo parlato fin dall’inizio e che deve diventare il valore alla base della nostra morale. Grazie Amico mio, penso che oggi ci siamo arricchiti un altro po’…

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