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Metapost: sette post in un anno.

Da Suster
Metapost: sette post in un anno.Emily mi ha invitato a scrivere un metapost.
METACHE'?
Sì, va be', io l'ho chiamato metapost: un post che parla di post, una roba autoreferenziale al massimo.
Ho detto: perchè no? Dopo tutto è un modo originale per fare un bel bilancio del mio blog a un anno dalla sua creazione.
Non sarà semplice, ma ci provo.
Dunque, il gioco consiste nell'indicare un post per ciascuna delle sette categorie di seguito indicate.
Cominciamo:
  • Un post il cui successo mi ha stupito.
M risulta un po' penoso ritirare fuori questo post, ma è quello che maggiormente risponde alla dicitura.
Cosa succede di là dal Mediterraneo?
In realtà mi capita spessissimo di scrivere a cuor leggero una marea di insulsaggini e di andare a riaprire il blog il giorno dopo e trovarci sotto dieci commenti, che per me è proprio un numero spropositato.
Quella volta però è successo che il giorno dopo averlo scritto mi arriva una mail dalla redazione di Paperblog che mi comunicava che il mio post era finito in prima pagina. Mi è preso un colpo.
Quel giorno il mio blog ha totalizzato quasi quattro volte tanto il traffico medio giornaliero che riceveva normalmente.
Io non l'avevo certo scritto a scopo divulgativo, informativo né tanto meno di cronaca. Era stato più il frutto di un accumulo di emozioni negative che cercavano un canale di sfogo. Avessi saputo che l'avrebbe letto tanta gente mi sarei risparmiata forse di indugiare tanto su stati d'animo tanto personali e  sulla risonanza emotiva dei fatti sulla mia vita privata, limitandomi a riportare le notizie di cui ero a conoscenza e che all'epoca erano accuratamente taciute da un'informazione ufficiale che ancora attendeva di ricevere dall'alto indicazioni su quale dovesse essere in merito a quei fatti la posizione del nostro integerrimo Paese.
Ma va be', quanta amarezza, quanta paura, che giorni terribili. Per me ha significato soprattutto l'apertura di un periodo teso, difficile, cupo, interminabile, che ha caratterizzato in maniera indelebile questo 2011, anno faticoso, emotivamente sfiancante.
Andare a rileggerlo oggi non può servire  molto: sono notizie ormai assai poco attuali, poi alla luce del triste epilogo di quegli eventi può apparire molto ingenuo, ma insomma, se siete curiosi, andate pure a dare un'occhiata.
  • Il mio più popolare.
La strage degli innocenti.
Poco da aggiungere qui: le statistiche non sono un'opinione in questo caso. Non è un grande articolo. La scelta del titolo gli è valso la fortuna, chiaramente dovuta meno ai contenuti che alle immagini che ci ho appiccicato dentro. La maggior parte di quelli che ci si sono trovati per caso, probabilmente andavano a caccia di dipinti di Giotto o Guido Reni. Fuorviante.
  • Il mio più controverso.
Caducità delle cose (e delle opinioni).
Non tantissimi commenti, ma lunghi e significativi. Non sono una grande opinionista, e non mi piacciono i dibattiti, soprattutto quelli su blog, che mi sembrano in genere abbastanza sterili e oziosi. Non c'è poi bisogno di essere per forza d'accordo su tutto, e comunque non è questa la sede in cui dimostrare di possedere l'opinione più giusta. Tutto ciò per dire che questo forse è il post in cui entro un po' più nel merito di un possibile contraddittorio. Ma insomma, sempre a modo mio. Giudicate voi, se vi pare.
  • Il più utile.
Ah ah! Questa è bella! No, questa davvero, mi mette in crisi. Uhm... (pausa meditativa).
OK, credo sia questo: Libri di pupa.
O almeno: se dovessi essere io la lettrice esterna di questo blog, probabilmente sarei molto interessata ad una rubrica in cui si parla, si recensiscono e si consigliano libri per bambini. La mia idea era di continuare a recensirli a puntate, ma, come è come non è, mi sono fermata a quel primo, unico post. To be continued? Chissà. L'idea ci sarebbe sempre, ma finisce continuamente per essere sopravanzata da lampi di genio repentini che danno vita a assai più brillanti post (tipo questo, wow!)
Magari a voi dei libri per bambini non ve ne può fregare un'amata ceppa, ma... non so che dire. Il mio blog è assai più dilettevole che utile, dilettevole almeno per me che scrivo.
  • Quello che non ha avuto la giusta attenzione.
Direi che sono decisamente più numerosi quelli che, giustamente, non hanno avuto attenzione. Ci sono poi quelli che hanno avuto un'attenzione ingiustificata.
Ma, se devo sceglierne uno che avrei voluto fosse più considerato, lo farò tra quelli agostani, che si sa che non per difetto di merito, ma più per esodo di utenza, furono trascurati.
Allora scelgo questo:
Luoghi della memoria: la casa-mulino.
Che se la batte col precedente, Ode a Marina di Pisa (se volete, buttateci un occhio), e la vince solo in virtù del fatto che ha collezionato assai meno commenti dell'altro. Mi sono molto divertita a scrivere questi post programmandone la pubblicazione per le vacanze, e ricordo che ci pensavo, lontano da reti e connessioni, lontano dal blog: chissà chi li ha letti, ma poi ha prevalso la vita ed è giusto così. Rappresentano per me momenti di serena contemplazione, pausa, prima dello stacco, lasciarsi andare ai ricordi e alle immagini impresse nella mente, di luoghi noti, carichi di vissuto.
  • Il più bello.
Ahi ahi, questo non devo certo stabilirlo io. Mi piacerebbe dire che il più bello, probabilmente, ancora lo devo scrivere. Ma giacchè potrei morire anche stasera, e non scriverne più...
Mi è difficile dare un giudizio estetico su ciò che ho scritto io, e allora dirò qual'è quello che, da lettrice, mi colpisce di più.
E' una specie di guest-post, quindi per questo riesco ad essere più obiettiva.
Rimettendo tutto a posto.
Trattasi di lunga (e quando mai breve?) trascrizione di mie riflessioni annotate su un quadernino di anni e anni fa, quindi, a ben vedere, non sono io, Suster, l'autrice reale, ma colei che fui. Anche recuperare quelle pagine e leggerle, all'epoca del post, fu una cosa che mi colpì molto, tanto che decisi di condividerle con i miei lettori. E' che forse sono le uniche righe in cui scrivo (o scrivevo) quasi senza filtri, perchè non scrivevo per altri che per me, e per l'impossibile destinatario della lettera, al quale, per alcuni anni, continuai a scrivere lettere mai spedite, sempre su quel quaderno, a volte serene e riflessive, altre volte gonfie di disperazione e incertezza. Condivido una parte di me, e mi sembra di essermi vista in quelle righe eccezionalmente io.
  • Quello di cui vado più fiera.
Difficile difficilissimo! Impegnativissimo Fotodiario pupesco dell'undicesimo mese!
Ultima colossale fatica complimesistica pupestre.
In forma di tacquino di appunti mentali per la vita stilato dalla pupa in persona, è stato molto molto faticoso da portare a termine nella data prevista, ma anche molto molto soddisfacente.
Grande fatica anche questa. Non coinvolgetemi più in cose simili.
Dato che mi si chiede di passare la palla ad altre blogger di numero sette, credo che stavolta soprassedrò e lascio voi lettori e lettrici liberi, nel caso, di stilarela vostra classifica. Per chi celebra o ha celebrato l'anno di blog, può essere uno spunto interessante per dare uno sguardo indietro.
Se no, accontentatevi dei miei!

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