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Metro B1 di Roma: la metafora di un paese

Creato il 25 giugno 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

Metro B1 di Roma: la metafora di un paeseA volte raggiungere il posto di lavoro può diventare un miraggio. Non parliamo di disoccupazione, posto fisso e altri temi all’ordine del giorno ma dell’impossibilità di raggiungere il proprio luogo di lavoro a causa dell’inefficienza dei trasporti della città in cui si vive e si lavora. Parliamo di Roma, la città che accoglie milioni di persone:  romani, pendolari e fuori sede che ogni mattina si spostano per andare a lavorare. Da pochi giorni è stata inaugurata la metro B1, ci sono voluti sette anni di lavori, 733 milioni di euro, un aumento dei biglietti da 1 euro a 1 euro e 50 per 3,9 chilometri appena 4 fermate (di cui solo 3 funzionanti). Sono passati appena 13 giorni e la nuova linea inaugurata con tanto di taglio di nastro dal sindaco Alemanno si è rivelata per adesso solo una fonte di disagi e di disservizi per i cittadini della capitale.

Guasti tecnici, treni che arrivano in ritardo, pezzi di intonaco che cadono e per ultimo il blocco di un’ascensore che conteneva 12 persone. A quanto pare, secondo il delegato sindacale di OrSa Trasporti, Pino Ricciardelli, per far funzionare la linea si è previsto un aumento delle corse del 40 per cento senza interpellare i lavoratori che sono stati costretti a effettuare un numero maggiore di corse e quindi di turni senza avere un incremento relativo nella loro busta paga. Per questo motivo molti dipendenti dell’Atac, l’azienda di trasporti pubblici romana, avrebbero scioperato o saltato i turni, provocando ritardi nella frequenza delle corse.

I disagi sono causati inoltre dal fatto che, come si legge da alcune testimonianze degli utenti stessi, con l’arrivo della linea metropolitana, molte linee autobus sono state soppresse con la conseguenza che chi prima poteva prendere l’autobus adesso, per la stessa tratta, non può più farlo. Come se non bastasse, i treni utilizzati per la nuova linea sono, nella maggior parte dei casi, vecchi e privi di aria condizionata e se consideriamo i ritardi e la conseguente affluenza con l’aggravante climatica di Scipione l’Africano, non possiamo non rimanere interdetti di fronte a questo capolavoro di efficienza. I siti di alcuni quotidiani stanno raccogliendo le testimonianze dei passeggeri già esausti dalla sfortunata novità, mentre l’amministrazione capitolina si giustifica imputando la colpa alla turnazione dei macchinisti e persino ad un presunto boicottaggio. Insomma in una città già ampiamente dominata dal caos del traffico ogni tentativo di miglioramento si trasforma in un disagio che il povero cittadino è costretto a scontare, e quando si prova a cercare la responsabilità l’unica risposta che si trova è lo “scaricabarile”.

Il buon funzionamento delle infrastrutture è indice dell’efficienza di un paese. La metro B1 rappresenta la metafora del nostro paese e del funzionamento della capitale. Peccato che ogni volta che si cercano i motivi per cui non ci sono abbastanza investimenti nel nostro paese va a finire che le colpe si trovano sempre altrove!


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