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In questo luogo futuristico arriva dal Giappone l'investigatore privato Shunsaku Ban accompagnato dal nipote Ken'ichi, per seguire le tracce del dottor Laughton. Quest'ultimo sta lavorando per il potente Duca Red, che lo ha incaricato di costruire una copia della defunta figlia Tima.
A questi personaggi si affiancano l'oscuro Rock, figlio adottivo di Duca Red e ossessionato dall'idea di ottenere il suo affetto; l'automa Pero, che aiuta Shunsaku Ban nelle sue ricerche; Atlas, capo dell'armata rivoluzionaria; Fi-fi, un adorabile robot spazzino.
La storia è piuttosto articolata e ricca di eventi e situazioni, alcuni dei quali non sono chiariti a dovere e rimangono nebulosi.
Il tema apocalittico è un classico dell'animazione giapponese e viene qui riproposto insieme a citazioni piuttosto esplicite all'altro Metropolis, la pietra miliare di Fritz Lang del 1927, a cui questo si ispira liberamente nell'ambientazione e in alcuni personaggi.
Il film è diretto da Rintarō, sceneggiato da Katsuhiro Ōtomo (creatore di Akira) e tratto da un fumetto di Osamu Tezuka; nonostante i grandi nomi non riesce a diventare memorabile.
Non ho apprezzato il character design, sicuramente personale ma troppo infantile; i personaggi, cicciotti e tarchiatelli, stonano con i fondali particolareggiati e modernissimi, restituendo un effetto poco convincente. Le ambientazioni, per contro, sono decisamente efficaci nel suggerire l'idea della tridimensionalità.
Va segnalata per la forza derivante dall'unione di immagini e musica la scena pre-epilogo, in cui alla distruzione incombente si sovrappone I can't stop loving you interpretata da Ray Charles: probabilmente il momento più emozionante dell'intero lungometraggio.
Sicuramente questo Metropolis è un film apprezzabile, adatto ad un pubblico adulto che riesca a seguirne le vicende; il tema dell'affetto umano-androide, già ampiamente trattato nel cinema, viene reso con la giusta delicatezza ma non sufficientemente approfondito. Niente capolavoro, dunque, soprattutto per i limiti di una trama troppo cerebrale che non arriva a emozionare né ad appassionare.
Voto: 7-
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