Quello che segue sarà un post soprattutto fotografico perché come fai a rendere l’idea dell’atmosfera che si è creata tra quattro amiche e un bassotto, femmina ovviamente, partite per le montagne abruzzesi, con al seguito viveri di natura biologica e vegana sufficienti a sfamare dieci persone per due settimane almeno, tappetini per pratica yoga, scarponcini e tanta voglia di stare insieme? Come si fa a raccontare tutto quello che è uscito fuori, come fiumi in piena, nelle serate davanti al camino con due padellate di caldarroste e tanto buon vino rosso? Come si fa a descrivere l’allegria e le risate di quattro cinquantenni (qualcuna anche meno) che si arrampicano sugli alberi per fare bottino di mele selvatiche, mandorle e vischio?
E così tra chiacchiere (ma quanto abbiamo chiacchierato?), piatti di pasta e fagioli, torte rustiche, cheese cake, fusilli di farro al pesto e pomodorini, colazioni pantagrueliche (ma quanto abbiamo mangiato?), passeggiate tra valli e ruscelli di montagna (ma quanto abbiamo camminato?), incontri inaspettati con volpi, linci, mucche e…tacchini furibondi, a cui Pepita, la bassotta impazzita di fronte a sconosciuti e inquietanti pennuti, ha attentato alla vita, portandosi via soltanto qualche penna della coda, sono volati via poco più di due giorni, sotto un cielo terso e un sole davvero bollente per essere quasi dicembre.
A casa, oltre a qualche chilo di mele selvatiche e saporitissime, rami di vischio (vitatissimo, ma ce n’era così tanto…), un paio di tonnellate di pietre bianche (vero Santina?), abbiamo portato la consapevolezza che tra donne si sta bene, ci si racconta, si condivide, si scambiano confidenze segretissime, gioie e dolori, oltre a profumi, ricette, tisane e fotografie, ci si redarguisce per il troppo fumare, il troppo mangiare o per il compulsivo uso del cellulare.
Un sincero grazie a Santina e alle sue enormi tazze di thé verde, a Patrizia e alle sue risate cristalline e a Valeria e alla sua allegra saggezza. Una parentesi tutta rosa che ci ha riportato ad ormai dimenticate gioie infantili, quando ci si entusiasmava di fronte ad una lumaca gigante o ad un arbusto pieno di fiorellini rosa.
Peccato per tutte le altre che non sono potute essere con noi.
Di seguito un réportage di alcuni momenti in quel di Ortona dei Marsi.
Magazine Diario personale
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