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Metti una sera a cena

Da Moltiplicatomamma @MoltiplicaMamma
Non ve l'ho raccontata tutta, la storia del mio trasferimento al mare. Vi ho detto solo che ci saremmo trasferiti perché in città faceva troppo caldo e i gemelli soffrivano troppo. Che io e il Papi avremmo viaggiato ogni mattina per andare in ufficio per poi tornare a un orario decente e avere il tempo di fare un bagno prima di cenare, al mare o in piscina.
Però non vi ho detto che la nostra casa al mare è un albergo (e in passato si è trasformato anche in campeggio, quando i letti non sono sufficienti). O meglio lo è stato per anni, ora finalmente sembra che l'attività si stia ridimensionando. Forse a causa della crisi, o forse a causa dei gemelli e della bisnonna che adesso occupano le uniche due stanze libere fino all'anno scorso. Le altre sono occupate dalla nonna Gi e dal suo compagno, da me e dal Papi e dallo Zio con la fidanzata (all'occorrenza in compagnia di amici vari - ragazzi moderni, loro).
Ieri sera a cena ho assistito basita a una delle conversazioni più esilaranti degli ultimi anni, in casa V. Lo zio moderno che spiegava alla bisnonna il mondo omo. E lei che, sinceramente incuriosita, lo incalzava con domande pertinenti (e a tratti impertinenti). Lo zio, con il suo linguaggio crudo e colorito, è sceso nei più minuziosi dettagli. Ha raccontato dei suoi amici. Ha descritto coppie lesbo e vite da trans.
Ho smesso di imbarazzarmi e arrossire dopo i primi anni - quando lo zio V., forse neanche maggiorenne, rendeva partecipi i commensali dei dettagli più intimi delle sue serate con le amiche. Quando parlo di commensali, parlo di chiunque. Fossero ospiti preti, parenti o conoscenti (e, come vi ho detto, ne passa di gente, lì). Ci ho fatto il callo, dopo 14 anni. Ma vedere la bisnonnina alle prese con certi argomenti è troppo anche per le mie orecchie. Secondo voi sto invecchiando?

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