Qui si tratta di restituire agli Italiani un sogno, quello che ha fatto grande questo Paese”. Per Vito Bonsignore la sfida lanciata dal nuovo segretario del PdL, Angelino Alfano, non è soltanto politica: “Il sogno italiano – una casa di proprietà, un lavoro per i propri figli, la pensione sicura – ha traghettato l’Italia dal secondo Dopoguerra al boom economico spingendo milioni di persone a trasferirsi al Nord. E animato dagli ideali di libertà, di crescita, di sussidiarietà, il nostro Paese ha partecipato in prima linea alla costruzione di un altro grande sogno, che oggi è realtà: l’Europa unita”.
“L’impegno a ricostruire il PdL è, in prospettiva, la promessa di restituire agli Italiani quel sogno”, che è stato al centro della proposta di governo delle forze moderate che hanno garantito per decenni libertà, sviluppo e coesione sociale”.
Alfano ci crede: dal 27 luglio non è più ministro della Giustizia, si è dimesso per dedicarsi interamente alla missione del nuovo partito.
L’On. Bonsignore lo ha spiegato a un gruppo di amministratori e militanti, riuniti a Torino: “il nuovo PdL non è solo una riverniciata, è piuttosto una presa di coscienza. L’obiettivo è di costruire anche in Italia il Partito Popolare Europeo, fondato sui valori di sussidiarietà e solidarietà, di difesa della famiglia naturale, della dignità dell’uomo, della sacralità della vita, della libertà.
Aderire al PPE vuol dire inevitabilmente moderare i toni della discussione, abbandonare slogan politici urlati e violenti, estranei al nostro modo di concepire la politica, di governare le Istituzioni e di partecipare alla vita di partito. Vogliamo un partito che assicuri condivisione e dialogo, anche contrapposizione (se necessaria), ma non imposizioni né autoritarismi.
È tempo di avviare un serio e onesto esame anche in casa nostra: riconoscere gli errori politici compiuti, mettere fine a pratiche sbagliate, cattive abitudini, personalismi e interessi circoscritti che hanno portato il Pdl a Torino e in Piemonte a risultati molto deludenti”.
La storia di questa città ci ha chiaramente dimostrato che le politiche trasversali i cosiddetti accordi istituzionali non hanno migliorato le condizioni di vita dei torinesi, se non per una ristretta cerchia politica e i loro più stretti amici o collaboratori. E così si è arrivato a uno strano paradosso: “Mentre facevamo campagna elettorale contro Chiamparino, nessuno di noi si è accorto che l’amministrazione regionale e i nostri consiglieri in comune gli avallavano tutte le operazioni urbanistiche, una dopo l’altra. E come se nulla fosse, abbiamo continuato a spiegare ai cittadini che era meglio dare fiducia a noi, al nostro candidato sindaco. Ma quale sarebbe stata la differenza tra Coppola e Fassino?. Non c’è da meravigliarsi poi se le amministrative si sono rivelate una vera debacle per il PDL”.
Alfano ci chiede uno sforzo per costruire, per la prima volta dopo anni, un vero partito: al via il tesseramento con scadenza 30 settembre, poi i congressi locali. La tessera avrà un prezzo popolare per consentire una maggiore partecipazione dei cittadini, che saranno poi chiamati a votare ai congressi. In questo nuovo PdL conta chi ha voglia di partecipare e di lavorare, con le conseguenze dirette sulle candidature negli Enti Locali e in Parlamento.
E’ un ritorno alle buone abitudini della politica.
Secondo Bonsignore, “ci troviamo in momento storico di grandi difficoltà: politiche, sociali, economiche, internazionali.
Ora è il momento di impegnarci, tutti insieme, per riprendere in mano i nostri sogni e soprattutto ritrovare il coraggio e la determinazione di realizzarli. Per questo, è fondamentale un partito con più umanità, più sentimento, più attenzione all’ascolto e alle persone che ci sono vicine. Silvio Berlusconi l’ha fondato, Alfano lo sta costruendo. A noi spetta metterci il cuore, come una volta”.
Insomma, quattro mesi per rilanciare il partito. O meglio, per costruirne uno nuovo.