#mfw 5 cose da fare in dieci minuti di pausa

#MFW Cinque cose da fare in dieci minuti di pausa

Stanche di correre da una sfilata all’altra? Allora è tempo di prendere una pausa. Se siete vicino al quadrilatero della moda ci sono alcune situazioni che vi possono aiutare. Scoprite con pfgstyle come rifarsi gli occhi e dove prendere un buon caffè fuori dalla folla.

Casa degli Omeoni, è il nome di uno dei palazzi più antichi di Milano, risale al 1565. Qui si trova ancora il circolo dei gentiluomini, esiste dai primi del ’900, l’accesso alle donne è molto recente e comunque in qualità di soli ospiti e sempre in zone separate. Il nome deriva dagli otto telamoni in pietra, grandi uomini, scolpiti sulla facciata da Antonio Abondio che rappresentano i barbari sconfitti.

Casa Maserati, ancora per poco questo lounge bar è un punto strategico per riposarsi e si trova all’interno della boutique Maserati in Piazza San Fedele. Divanetti in pelle bianca dentro e piccolo dehors un caffè servito fuori 2,50 euro.

Palazzo Castiglioni, Milano rende omaggio a Rosa Genoni con una retrospettiva a lei dedicata fino al 25 settembre. La Genoni si può definire la progenitrice della moda italiana. Avete tempo ancora oggi per visitare la collezione, bozzetti e abiti, ma anche il palazzo una vera chicca liberty.

Arnaldo Pomodoro, una camminata con opere a cielo aperto di Arnaldo Pomodoro. Non costa nulla guardarle, sedetevi sulla panchina, magari davanti al disco solare e con un gelato alla mano godetevi l’arte di uno dei più grandi scultori italiani.

Eugenio Montale, nell’area dei press day di Via Bigli al numero 11 trovate la casa del poeta Eugenio Montale, trasferitosi a Milano nel 1951. Non è possibile visitare l’interno, ma se trovate il portone o il portiere vi apre la porta per accedere all’interno guardate le scale. Dedicato all’amore. All’intreccio dei pensieri e al ricordo.

Ho sceso, dandoti il braccio almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,