Le passerelle del mondo, tornano ad essere infuocate.Gennaio, mese della moda maschile, ci racconta come sarà la prossima stagione sotto il punto di vista della moda; partendo da Londra, approdiamo a Milano, cuore della moda (rinominato non per altro, quadrilatero della moda), con la sua FASHION WEEK.Tre giorni di presentazioni, sfilate ed eventi, che hanno adornato la bellissima, e cupa Milano. Le sfilate, come sempre tantissime, ma stavolta mi dedico step by step solo a quelle che realmente mi hanno interessato.
Canali, ci trasporta nel corpo di facoltosi uomini d'affari. Dress code ufficiale dell'azienda è il completo, qualunque colore esso sia, prevalentemente doppio petto. Mi piace vedere l'accostamento di colori forti, come il color giallo ocra, e l'accostamento di quadrettature con comodi e caldi maglioni over size.
Fendi, gioca con colori molto, anzi direi, troppo cupi. Però nel complesso, non mi dispiace. Trovo che siano pezzi dal taglio vintage, che, spolverati con accessori di tendenza come le maxy scarf, i disegni Monster (che padroneggiano in fendi da circa due anni), gli zaini e le calzature, trovino il giusto peso e si riescono a compensare senza sminuirsi a vicenda.
Antonio Marras, pare voglia ricordare, attraverso le sue collezioni sempre con dettagli molto street , le sue origini. Le sue creazioni si arricchiscono di dettagli: tessuti ricercati con stampe particolari, pellicce pronte a riscaldare, e a mantenere di classe, la fortunata persona che la indosserà, giochi tra abiti e dimensioni, insomma, uno spaziamento tra stili non indifferente. A quanto pare, è immancabile un copricapo, che lui racconta in chiave "COLBACCO". Non perché sardo, ma lui, è davvero un Genio, e ha realizzato una collezione fantastica, come le altre d'altronde.
Neil Barrett, ancora una volta, porta in passerella una sfilza di modelli categoricamente vestiti di nero, ma con insediamenti di colori dal carattere grunge, il verde militare, il grigio e il bianco sporco. Rispetto alla scorsa collezione, dove giocava con gli over size e con i tessuti in voga, ovvero il Neoprene, qui troviamo tagli precisi e anche relativamente eleganti, sempre conservando quell'inserimento underground e minimalistico che più lo caratterizza
Moncler, sembra non aver avuto alcun tipo di ripercussione dopo l'apparente tsunami che il programma Report voleva cercare di tirare fuori, sapete poi che novità che i piumini vengono fatti con piume d'oca.....comunque, tralasciando certe cose, la sfilata onestamente non è stata granché, dato che era molto simile a quella dell'anno scorso, ma alcuni pezzi facevano davvero la differenza. Mi è piaciuta sopratutto la continuità tra giacca e piumino delle foto qui sotto.
D. Gnak, porta in passerella pezzi davvero molto particolari; camicie lunghe, pantaloni larghi e abbigliamento casual. La sua collezione rievoca le vestibilità Hipster, e non solo, quelle più underground legate agli street style londinesi. Mi piace molto, sopratutto per la praticità.