Magazine Diario personale

Mi casa es tu casa – sai che puoi stare da me

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Qualche giorno fa ho letto sul blog Messicando un articolo di Denis a proposito del “Mi casa es tu casa“: la mia casa è la tua casa. È un invito che vi sentirete rivolgere praticamente ogni volta che conoscerete un messicano, ma leggendo il post mi sono resa conto che spiegava una situazione che vivo con nonchalance nella mia quotidianità.

Offrire ospitalità in casa propria è qualcosa che sicuramente tutti abbiamo fatto almeno una volta nella vita. La cosa più probabile è che sia successa con amici o familiari. Allo stesso tempo, quante volte siete stati voi a chiedere ospitalità?

mi casa es tu casa

Non potrei contare il numero di volte in cui ho aperto il divano letto nella mia scatola di fiammiferi. Il mio onesto divano letto è uno che accoglie molto bene: si apre in un tac, mangiandosi lo spazio vitale di quello che potremmo chiamare soggiorno, ma si ripiega velocemente allo spuntare del sole. Si è aperto per accogliere visitatori che avevano riservato da mesi il loro viaggio a Barcellona e altri che invece non pensavano di dovermi chiedere ospitalità. Si è aperto nel cuore della notte in situazioni impreviste, per persone che avevano perso l’ultimo treno o che semplicemente non avevano momentaneamente un posto in cui stare. 

Abituata forse agli spostamenti in AirBnb non ho mai vissuto con difficoltà l’idea di ospitare qualcuno, se la situazione me lo permetteva. Lo stesso fanno molte persone con me, lo vedo come un reciproco scambio di solidarietà che costa poco, se non la temporanea rinuncia ai propri spazi in casa. 

E poi ci sono le chiavi che girano. Nel mio appartamento vengono custodite le chiavi delle case di amici, e nei loro appartamenti sono custodite le mie. Quando partiamo per un viaggio, c’è sempre il momento dello scambio chiavi, con cui mandiamo giù, immancabile, anche un vermut di saluto.

Mi casa es tu casa, dalle un occhio ogni tanto, per favore.

Se hai bisogno di fare una lavatrice in casa mia, le chiavi ce le hai – dicevo all’amica che ancora non aveva potuto comprare gli elettrodomestici per il suo appartamento

Durante il mio viaggio in Argentina, la mia scatola di fiammiferi è stata casa per un’amica che in quel periodo non aveva ancora trovato un posto per lei. Nel mio armadio ho i ricordi delle persone che sono passate da me e hanno lasciato una sciarpa, un berretto, un maglione che non entrava in valigia. Mi piace l’idea che la mia casa possa essere un porto sicuro per un amico in difficoltà. È bello sapere che ci sono amici che pensano lo stesso per te. Lo scrivo dal tavolo di una cucina che non è la mia, e sapendo che domani mi sposterò da un’altra parte, un’altra casa, un’altra amica. 

Mi casa es tu casa, lo sai che puoi stare da me – è una di quelle frasi che scaldano e rassicurano nei momenti di nomadismo, fisico e sentimentale, e che fa bene sentire nel momento giusto, magari quando nemmeno lo chiedi. 

facebook
google_plus
reddit
linkedin
mail
by
feather

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog