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Mi chiamo Juliette Gréco...

Creato il 07 febbraio 2012 da Eneadiomede

riprendo da il Post :

"Mi chiamo Juliette Grécoe non ho mai avuto uno pseudonimo. Sono nata il 7 febbraio 1927. Mia madre mi ha detto che quel giorno pioveva, e la pioggia favorisce la crescita di tutte le piante, anche quelle più velenose".

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Juliette Gréco, attrice e cantante francese, è nata il 7 febbraio 1927 a Montpellier e compie oggi 85 anni (25 in piùdi Vasco Rossi, già). Si veste sempre (e da sempre) di nero («perché è l’unico colore che mi difende e protegge, con un altro qualcuno potrebbe vedermi»), la sua pelle è ancora chiarissima (Pablo Picasso diceva di lei che «si abbronzava alla luna»), ed è stata amica e ispiratrice di Jacques Prévert, Jean-Paul Sartre, Raymond Queneau, François Mauriac, Boris Vian, Charles Aznavour. Il padre di Juliette Gréco era corso e la madre, bordolese, fu un membro attivo della Resistenza in Francia. Venne arrestata nel 1943 e con la primogenita Charlotte venne deportata in un campo di prigionia. Juliette, che aveva solo 16 anni, fu invece liberata e venne accolta dalla sua insegnante di francese a Parigi, Hélène Duc, che la incoraggiò a partecipare al concorso della scuola d’arte drammatica francese più importante del tempo: il Conservatorio. Greco non venne ammessa, maMadame Dussane, nei suoi commenti, annotò «Da sorvegliare per l’avvenire».

Juliette Greco iniziò a frequentare i caffè della Rive Gauche, ad esplorare la vita intellettuale del Quartiere Latino e di Saint Germain des Prés: ottenne una serie di ruoli minori nel teatro francese e un lavoro in un programma radiofonico nazionale dedicato alla poesia. Nel 1947, in Rue Dauphine, aprì il “Tabou”, poi leggendario luogo di incontro degli Esistenzialisti. Juliette ricorda: «Si scendeva una scaletta di pietra, bisognava fare attenzione a non urtare la testa e si arrivava in un luogo rettangolare che sembrava ideale per far risplendere lo spirito della libertà riconquistata dopo i funesti anni nazisti dell’occupazione. L’oscurità del Tabou era squarciata dai lampi del nostro entusiasmo e i Maestri offrivano il sapere senza costringerci all’inchino». Nel locale si ritrovavano anche i più grandi artisti e musicisti del tempo, come Jean Cocteau e Miles Davis con il quale Juliette ebbeuna storia d’amore(si è sposata tre volte: con gli attori Philippe Lemaire e Michel Piccoli e con il pianista Gérard Jouannest che, ancora oggi, la accompagna sul palcoscenico). A quel tempo, Juliette Gréco non cantava ancora. Il successo arrivò nel 1949, quando Prévert, Queneau e Aznavour scrissero delle canzoni per lei. Jean-Paul Sartre le donò, invece, il testo “La Rue des Blancs-Manteaux”.


Dans la rue des Blancs-Manteaux
Ils ont élevé des tréteaux
Et mis du son dans un seau
Et c'était un échafaud
Dans la rue des Blancs-Manteaux
Dans la rue des Blancs-Manteaux
Le bourreau s'est levé tôt
C'est qu'il avait du boulot
Faut qu'il coupe des généraux
Des évêques, des amiraux,
Dans la rue des Blancs-Manteaux
Dans la rue des Blancs-Manteaux
Sont venues des dames comme il faut
Avec de beaux affûtiaux
Mais la tête leur faisait défaut
Elle avait roulé de son haut
La tête avec le chapeau
Dans le ruisseau des Blancs-Manteaux

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