Sono passati due mesi ed ancora non so: chi, quando ed esattamente dove trovò la rotella scritta conservata al museo Sanna di Sassari? E colui o colei segnalò i segni filiformi incisi su di essa? La bacheca che la ospita, al piano superiore del Museo, è targata “Nuraghe Palmavera” e non credo di dover spiegare quanto questo documento potrebbe essere importante per il tema “scrittura nuragica”. Ho naturalmente richiesto informazioni – circa 8 settimane fa e per ora in modo informale – a coloro che ritenevo i più diretti interessati: la dott.ssa Daniela Rovina, responsabile territoriale per Sassari/Alghero (Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro); il Museo Sanna; il prof. Alberto Moravetti (che scavò a Palmavera). Il prof. Moravetti non mi ha risposto. La dott.ssa Rovina ha individuato il reperto, ma non ha saputo darmi una risposta precisa sulle circostanze del ritrovamento: ha segnalato la mia richiesta al Museo Sanna. Il quale a sua volta mi ha scritto, specularmente, di aver segnalato la mia richiesta alla Soprintendenza. Altri corrispondenti hanno risposto di non sapere come aiutarmi. Ho apprezzato la loro gentilezza, ma non posso fare a meno di chiedermi come facciano - da archeologi - a non sentire lo stimolo di investigare in prima persona su un documento epigrafico così potenzialmente antico e così sfacciatamente nuragico. Per il resto, silenzio. Lo stesso silenzio che avvolge, come una lugubre e spessa cappa di nebbia, la barchetta di Teti, il “brassard” di Is Locci Santus, la navicella del famigerato Sextus Nipius, il coccio di Pozzomaggiore, i cocci di Orani, le stele di Nora, il bronzetto “musico”. E tutti gli altri.
Parafrasando l'incipit di una splendida canzone di Enzo Jannaci, assimilerei gli interlocutori – loquaci o muti che siano – di Atry a “tutti quelli - e sono tanti - che pur essendo testimoni di fatti importantissimi e determinanti dell'avvenire della civiltà, neanche se ne accorgono”. Purtroppo, e me ne dispiace, noi contribuenti paghiamo le tasse anche per corrispondere stipendi (non lauti, ne convengo) anche a costoro. Che se la ridono. [zfp]