da qui
Potrei scrivere una storia straordinaria. Per esempio: il governo decide di cambiare rotta, annulla i privilegi, costituisce un Ministero delle disgrazie della gente, della disperazione di chi si vede costretto, da un momento all’altro, a mangiare alla mensa della Caritas. Il paese rimane spiazzato, si stropiccia gli occhi e si pizzica per verificare che non sia solo un sogno. Si va al bar a discutere la cosa, il caffè è meno amaro e costa meno, perché il barista si sente investito da un’improvvisa compassione. Il nuovo spirito contagia tutti: i governi mondiali gareggiano per dimostrarsi all’altezza di una politica finalmente rinnovata, nasce un nuovo impero romano della legalità e della giustizia, della fraternità e della coscienza. La chiesa ha un nuovo impulso, si moltiplicano i santi e nel mondo fiorisce un sentimento di cui si era persa la memoria: mi pare si chiamasse gioia o felicità.
Mi stropiccio gli occhi, vado al bar a prendere un caffè: all’orecchio arrivano bestemmie e imprecazioni. Uscendo, sento il barista protestare perché non ho lasciato i dieci centesimi di mancia.