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Mi piace

Creato il 03 settembre 2013 da Mavi
Più volte ho pensato se introdurre o meno il tasto "mi piace" su questo blog. Non l'ho fatto e credo che non lo farò, per vari motivi. Il primo è che non intendo condizionare nessuno: è provato che un numero elevato di "mi piace" incuriosisce e porta l'80% delle persone che leggono a fare altrettanto, il 5% a voler mettere "non mi piace" per distinguersi dalla massa (a prescindere, sempre e comunque), ed un 15% ad ignorare il numero di consensi.Il secondo motivo è nell'intenzione di distinguere questo blog dal mio profilo FB, pagina sulla quale posto canzoni, opinioni, fotografie e interagisco con centinaia di persone velocemente, come se il mio profilo fosse un blog "mordi e fuggi", e questo un luogo dove poter fermarsi un po' di più a riflettere.Il terzo motivo, per me fondamentale, è nel tentativo di spronare le persone ad esprimere qualche concetto proprio, con calma, anche nell'anonimato se lo si vuole. Viviamo oramai di concetti ed opinioni "preconfezionate", dobbiamo solo condividere e scrivere "mi piace", possiamo limitarci a pochi click perché vogliamo essere ovunque e con chiunque. Allora decidiamo di farci un giro per il web, mettere "mi piace" un po' qui e un po' lì, e non ci soffermiamo più su niente: aumenta la quantità dei contatti, ma non la qualità.Io ci provo, non metto il tasto "mi piace" perché non si sappia (lo sappiamo solo io e Google) quante persone hanno letto e gradito il mio post, perché non si commenti solo perché si sa che altre centinaia di persone ti stanno leggendo, perché si scriva ciò che si vuole, senza vincoli e censure.Ho scritto post per i quali ho ricevuto diversi messaggi privati, talvolta commoventi, ma ho rispettato la volontà delle persone di non pubblicare qui i loro commenti, a malincuore, perché so che il confronto arricchisce e, soprattutto, come ho scritto più volte, ci fa capire che non siamo soli.Insomma, credo che i nostri cervelli si stiano atrofizzando: utilizziamo frasi fatte, facciamo nostre espressioni comuni e inflazionate, condividiamo idee e pareri altrui e non elaboriamo più un concetto nostro. Ho sempre affermato che questa fosse la differenza tra un erudito ed un colto. L'erudito possiede una marea di informazioni e nozioni e, solitamente, le spiattella ai quattro venti vantandosene, il colto ha le stesse informazioni, ma le elabora, sviluppa un certo senso critico ed utilizza le sue conoscenze per ampliare i propri orizzonti e comprendere le "diversità".Voglio spronarvi ad essere voi stessi, perché sono convinta che ognuno di noi abbia qualcosa da dire e lo sappia fare in maniera originale. Ciascuno ha da raccontare un po' di se stesso, ecco, se ne avete voglia, fatelo qui. Io (e non solo io) vi ascolterò.Buona lettura

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