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Mi sento contratto!

Creato il 29 aprile 2011 da Patuasia


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Sappiamo tutti cosa sia un contratto e quanto sia importante, poichè la nostra economia si fonda su di esso. Le compravendite più significative, infatti, prevedono la sigla del contratto in sede notarile, a tutela della parti. Ebbene, in Regione (ecchela là…) hanno approvato una legge che scardina i principi base del contratto: si tratta di una specie di mostruosità giuridica che prevede che un contratto di compravendita immobiliare siglato e notificato
(con tanto di spese notarili e di imposta di registro a carico dell’acquirente) possa essere modificato a distanza di anni per volontà di una sola delle due parti contraenti (la Regione…). Sto facendo riferimento, per chi non ne sia
al corrente, alle vendite degli appartamenti di edilizia popolare (molti dei quali situati al quartiere Cogne), vendite iniziate 10-15 anni fa, che prevedevano la clausola contrattuale che non si poteva rivendere l’immobile prima di 10 anni sul mercato, nel senso che il Comune di Aosta era titolare durante questo periodo di una prelazione. Ora, nel 2009 la Regione legifera e introduce il termine di 30 anni, “per evitare speculazioni” dice (termine opinabile, dal momento che se io vado sul mercato e sono capace di spuntare un prezzo alto va tutto a mio merito e non vedo perchè dovrei essere considerato uno speculatore… ma forse l’economia capitalista piace solo quando fa comodo e il mercato va bene quando si tratta di vendere spazi pubblicitari e far pagare la tassa sui dehors). Benissimo! Ben vengano i 30 anni avranno pensato in molti, considerando che si parlasse di contratti futuri, quelli ancora da stipulare. Invece no! Anche i contratti già firmati verranno modificati d’imperio… Cioè io mi trovo dall’oggi al domani in mano un contratto d’acquisto con le clausole modificate perchè la Regione un bel giorno a deciso così (tra l’altro senza nemmeno informarmi), per cui non posso più vendere (a prezzo di mercato…) quello che fino a ieri era mio. Dico: è una cosa normale in un sistema economico che si vuole di Libero Mercato? “Un contratto è un contratto” si diceva una volta…

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