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Mia cara bambina

Creato il 05 maggio 2013 da Dragor

  MIA  CARA BAMBINA, credo di sapere il motivo del tuo rancore. 24 anni fa avresti voluto che ti portassi con me invece di lasciarti a Bujumbura. Eri il ricordo della mia moglie defunta e vantavi un diritto di priorità. Invece ti ho lasciato in Burundi con tua nonna Marguerite e sono partito per l’Europa con tua zia. Se fosse stato per me, non avrei portato nemmeno tua sorella (preferisco questa parola a “sorellastra”) ma era nella pancia di sua madre, così faceva parte del tutto compreso. All included, due prodotti inseparabili.

   SEI RIMASTA LA’ fino al 1994, quando la famiglia si è trasferita in Rwanda dopo la riconquista del paese. Poiché a Kigali c’erano ancora le ossa per le strade e si temeva il contrattacco dell’ancien régime, ti ho portata a Nizza. Ma la convivenza con tua sorella si è rapidamente rivelata impossibile. Era un inferno! Mai visto due bambine così gelose e intolleranti. Ogni 5 minuti bisognava separarvi perché vi eravate prese per i capelli. Avrei voluto consacrarmi nello stesso modo a tutt’e 2, ma cronometravate il tempo con l’Omega come ai Giochi Olimpici: “A lei hai dedicato I4 minuti, 26 secondi, 8 decimi e 92 centesimi, a me 1/100 di meno.” “E allora? Sono arrivata prima di te, cosi’ ho più diritti!” “Bastarda!” “Bastarda a chi?” E giù botte. Oppure: “Marameo! A me ha regalato una Barbie e a te soltanto una Corolle." “Nooo, la Barbie è mia!” “No, è mia!” “E’ miaaaa!” E giù botte. Litigavate su tutto e ognuna di voi due si credeva un genio mentre considerava l’altra un’handicappata mentale. In poche parole, ho capito che non potevate stare insieme. Non soltanto per voi, ma anche per noi. Eravamo sull’orlo dell’esaurimento nervoso.

   COSI’ HO AVUTO una brillante idea: ti ho mandato a Copenaghen da una zia che aveva sposato un danese. Perché proprio te? Perché eri arrivata da poco mentre tua sorella era con noi dalla nascita. La zia aveva figli già grandi e ormai indipendenti ma adorava i bambini, così è stata felice di accoglierti. Ti ho pagato gli studi e ti ho fatto studiare musica, proprio come all’altra mia figlia che viveva con me a Nizza. Per questo adesso hai una laurea in biologia e sei una favolosa percussionista (mentre tua sorella ha una laurea in Scienze della Comunicazione e suona il piano) e tutt’e due avete impieghi eccellenti. Ti ho trattata nello stesso modo, a parte un particolare: lei viveva con i suoi genitori, tu eri orfana di madre e vivevi con tua zia.

   ECCO PERCHE’ mi sentivo in colpa. Cercavo di convincermi che avevo fatto la scelta migliore, ma mi sentivo ugualmente in colpa. La prova della cattiva coscienza? Eri la mia figlia segreta. Non parlavo a nessuno di te, perché tutti mi dicevano “non dovevi mandarla via.” Me lo dicevi anche tu, soprattutto con lo sguardo. E in fondo me lo dicevo anch’io.

   COSI’ TI SEI VENDICATA. Come si dice, la vendetta è un piatto che si mangia freddo. Dopo avermi reso nonno un paio di volte incrociandoti con esemplari della fauna locale, ti sei messa con un libanese che hai prontamente liquidato dopo avere scoperto le sue origini. Purtroppo eri già incinta, il bambino è nato qualche giorno fa e l’arabo è andato a registrarlo come “Mohamed”. Un Mohamed in famiglia, il colmo della vergogna. Ecco la punizione per chi manda via le figlie. Mi giuri che non lo hai fatto apposta, ma so la verità.

Dragor


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