Nella mia famiglia c’è sempre stato il culto del cinema italiano. I miei ricordi cinematografici dell’infanzia sono costellati dai capolavori di Fellini, di De Sica, di Risi e Monicelli. La grande passione per il bel cinema italiano che ancora oggi mi porto dentro è dovuta a mio papà che non perdeva occasione di vedere i suoi film preferiti quando passavano in tv (prima ancora che il video registratore fosse nelle case di tutti e quando su Raiuno c’era ancora il Lunedìfilm). I suoi film preferiti di allora erano (e sono ancora) le pellicole comiche dei mostri sacri della risata: i magistrali sketch di Totò con Peppino o Aldo Fabrizi, le indimenticabili caricature di Alberto Sordi, le risate suscitate da mattatori del calibro di Vittori Gassman e Ugo Tognazzi. L’irresistibile e raffinata commedia all’italiana regalò dei momenti di ineguagliabile splendore dagli anni quaranta agli anni sessanta. Si tratta certo di una pesante eredità per i decenni successivi che solo in rari casi riuscì a toccare le vette di questo periodo. Purtroppo dagli anni novanta abbiamo assistito ad un inesorabile declino della comicità made in Italy con l’avvento delle sguaiate e volgari commedie vanziniane&co., che hanno inaugurato vent’anni di Vacanze di Natale (ai fratelli Vanzina posso salvare solo i due Sapore di mare che in qualche modo conservavano un gusto un po’ retrò), pellicole vuote, prive di talento e contenuti e capaci di strappare risate solo grazie a becere gag viste e straviste. Tuttavia tra i due estremi si colloca una commedia all’italiana ancora gradevole e realmente divertente, non fatta di donne nude ed umorismo triviale, quella degli anni settanta-ottanta interpretata da Renato Pozzetto. Molti sono i film da lui girati in questo periodo ed alcune sue espressioni sono diventate proverbiali. La sua è una comicità unica, spontanea e studiatamente inconsapevole. I suoi personaggi sono spesso in balia di eventi assurdi ma realistici, che strappano una genuina risata. Molti sono stati i suoi eccellenti duetti, con Paolo Villaggio, Adriano Celentano, Ezio Greggio,.. Altrettanto famose sono state le sue partner femminili: Ornella Muti, Gloria Guida ma fra tutte la mia preferita è Eleonora Giorgi nell’indimenticabile Mia moglie è una strega (film del 1980 di Castellano e Pipolo).
Il film racconta la storia di una strega, Finnicella (Giorgi), che nel Seicento viene bruciata viva dal cardinale Emilio Alfieri (Pozzetto) durante un processo d’Inquisizione. Il Diavolo Asmodeo (interpretato da Helmut Berger) però le promette che tornerà in vita trecento anni dopo per vendicarsi del futuro papa Alfieri che l’ha costretta a confessare la sua stregoneria con un abile e divertente inganno. Finnicella ritorna in vita quindi agli inizi degli anni ottanta in un mondo tecnologico e moderno a lei del tutto oscuro al quale, grazie alla magia, si adegua velocemente. Presto incontra casualmente un bisnipote del cardinale che lavora in borsa, Emilio, che, su consiglio del perfido Asmodeo, farà di tutto per sedurre con lo scopo di vendicarsi una volta che sarà innamorato di lei.
Battute e situazioni squisitamente comiche costellano l’intera pellicola e concorrono a creare un film divertente senza alcuna licenziosità; le risate sono genuine e non vengono mai suggerite da battute grossolane o scene licenziose.
La coppia comica Pozzetto-Giorgi regala una performance indimenticabile grazie all’innato talento comico di entrambi; fanno ridere restando sempre seri, senza dire parolacce e senza creare situazioni ambigue: chissà perché oggi nessuno dei comici dei giorni nostri sa fare altrettanto!
Mi rendo conto che per molti sarà un po’ datato, ma avete mai visto questo divertentissimo film?