Mia osserva l’io fuori di sé. Lo riconosce mentre scruta l’orizzonte e assapora un attimo ormai lontano. Quanto tempo è passato!
Vorrebbe che quel piacere fosse qui e adesso: non è nostalgia, è disperato bisogno di un altro presente, di un altro noi.
E’ il disperato bisogno di quei giorni, di quell’aria che entra nei polmoni e rigenera l’animo, di quel vento che sbatte le vele e cancella il cielo da ogni impurità, preparandolo per un nuovo giorno; è il bisogno di quei profumi e di quegli sguardi che rendono immortale la giornata.
E’ stato amore a prima vista, è stata passione allo stato puro. Mia l’ha provata verso il suo uomo e l’ha provata verso quei luoghi.
Innamorarsi è come arrivare in quell’angolo di mondo; rinnamorarsi è come ritornare in quel luogo ogni volta con lo sguardo vergine.
Mia ha scoperto il corpo di lui nello stesso modo in cui ha scoperto quelle insenature, quella brezza dolce come una carezza, quel vento forte come il possesso durante l’amore, quel profumo inebriante come la sua pelle sudata avvolta dalle lenzuola.
Mi manca, è il pensiero di Mia.
Le manca enormemente la nitidezza di quel ricordo. Le manca l’abbraccio con cui stringeva a sé quell’orizzonte, con la promessa di ritornare. Le manca la spensieratezza che quella terra soffiava attraverso le fenditure nelle rocce. Le manca l’io che ha lasciato tra quelle pareti di roccia acqua e cielo, in un caldo giorno estivo. Le manca la vita che non c’è più, che da quel giorno è sepolta lassù e che non ha potuto portare con sé.
Un giorno forse andrà a scavare tra le lacrime e le promesse mancate di quel giorno, alla ricerca di ciò che quella terra custodisce gelosamente.
Da quel lontano giorno Mia ha smesso di vivere ed ha cominciato a sopravvivere, ma è felice che il suo io sia rimasto affacciato a quel balcone di pietra calda, a guardare quell’orizzonte che non racchiude solo un viaggio.
Vorrei essere lì. Ora, in questo attimo, in questo istante, in questo momento dell’esistenza che non è più presente ed è già passato. Vorrei esserci con te, per sentirti, per condividere la vita oltre le sofferenze. Vorrebbe sentire l’altitudine sulla sua pelle, il sole attraversare le carni prima irrigidite dal freddo. Vorrebbe sentirsi piccola ai piedi del mondo che la sovrasta, sentire i ciuffi d’erba fresca tra le mani, i fiori di campo, la neve sciolta in torrenti gelidi, al cospetto del re che osserva proteggendola. Vorrebbe sentirsi parte di ciò che la circonda: la musica assordante dell’acqua, il silenzio della vetta, le parole della natura sussurrate alla nostra anima, i profumi dei boschi sbocciati dalla coltre di neve. Vorrebbe di nuovo camminare a piedi scalzi come spogliata di se stessa: con i piedi nudi sulla Madre terra ci si sente al contempo liberi ed intimiditi dalla grandezza del mondo.
Con i suoi passi spogli di ogni abito, Mia ha timore di far male a ciò che accarezza con il pudore del suo calpestio.
A piedi nudi ci si sente un filo d’erba in una distesa infinita di colori e di vita. A piedi nudi si perde tutta l’arroganza di uomini, l’orgoglio di donne, la falsa convinzione di essere padroni di se stessi e di tutto ciò che lo sguardo rapisce. A piedi nudi Mia riesce a sentire il battito della Terra e dell’anima, a sentirsi parte della vita, restituendo l’io alla semplicità del suo essere: si sente libera.
Vorrei esserci per riscoprire la bellezza dei tuoi occhi persi nell’acqua che scorre; vorrei esserci per sentire la tua voce mescolarsi al silenzio e nascondersi fra le pareti del mondo che ci ascoltano impertinenti. Vorrei ritrovarti fra qulle mura di roccia acqua e cielo che insieme abbiamo scoperto e comincinato ad amare, fra quei colori che da tempo non abbracciano più il nostro sguardo.
Mia. Il Cuore e la Mente
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