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“Michael Higgins, con il nuovo presidente in Irlanda la poesia sale al potere: Pd guarda e impara” di Marco LODOLI

Creato il 04 novembre 2011 da Fabry2010

Pubblicato da Giovanni Nuscis su novembre 4, 2011

“Michael Higgins, con il nuovo presidente in Irlanda la poesia sale al potere: Pd guarda e impara” di Marco LODOLI

E così gli irlandesi hanno votato per il loro nuovo presidente: e hanno scelto Michael Higgins, un poeta! Sembra incredibile, soprattutto perché gli altri candidati avevano curriculum seducenti, uno era una star televisiva, un altro era un ex-combattente dell’Ira, il terzo un militante del movimento gay, tutta gente che per un verso o per l’altro poteva raccogliere i voti necessari. E invece, a sopresa, ha vinto un poeta di settant’anni, decisamente un outsider, un settantenne che qui in Italia sarebbe stato deriso, ignorato, accantonato.
Gli scrittori da noi servono per fare bella figura, vengono fatti accomodare in prima o in seconda fila insieme ai nani e alle ballerine, poi vengono intervistati e rispediti a casa. Anche Nesi e Baricco, al meeting del sindaco Renzi, hanno fatto la loro prestigiosa e inutile passerella. E’ un meccanismo nel quale sono passato anch’io, esattamente come un tocco di manzo passa nel tritacarne. In breve: fui eletto in quelle strane votazioni che furono indette all’alba del nuovo Partito Democratico, su qualche giornale apparve la notizia: “Anche gli scrittori si impegnano per un paese che vuole cambiare”, o qualcosa del genere, dopodichè nessuno mi ha fatto fare più niente.
In fondo ho qualche competenza riguardo alla scuola, al mondo degli adolescenti, alle periferia urbane, avrei potuto portare un mattone o un soffio d’aria nel misterioso campo della cultura, ma nessuno mi ha più interpellato. Solo una volta sono stato invitato a un forum sui problemi della scuola: appena finite le lezioni, in vespa a cento all’ora sono partito da Torre Maura per arrivare puntuale al centro con il mio bravo foglietto, cinque o sei punti precisi da affrontare, cinque o sei ipotesi di soluzione.
Ho parlato per ultimo, dopo che avevano sbrodolato per ore e ore persone che della scuola non sapevano nulla, tromboni che esordivano affermando: “Dirò solo una cosa, rapidamente”, e dopo mezz’ora stavano ancora lì a sfiatare chiacchiere retoriche, e la cosa che dovevano dire era sparita, sommersa da quel nulla assordante. Mi sarebbe piaciuto dare una mano per aiutare il nostro paese, la mia città, il mio quartiere: ma gli scrittori in Italia vengono contattati solo per firmare petizioni, reclami, appelli, ventate d’aria fritta, servono come fiori mosci all’occhiello e poi subito gettati nella spazzatura.
Speravo che andasse diversamente, ma è andata così. Per questo oggi guardo con ammirazione l’Irlanda, l’isola di Smeraldo: la gente ha scelto un poeta, mi piace questo coraggio. Credetemi: i poeti sono le persone più concrete del mondo. I politici, invece, i nostri verbosi politici, ormai sono tristi ciminiere che spargono fumo nero.
31 ottobre 2011

da Tiscali Notizie


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