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Microguadagno. Si, ma che ci compro?

Creato il 01 maggio 2012 da Marcodalpozzo @marcodalpozzo

C'è attesa per Etalia, la piattaforma presentata durante il Festival Internazionale di Giornalismo a Perugia. Per quanto mi riguarda, smanio dalla voglia di capire bene come funzionerà il meccanismo di remunerazione per le condivisioni.

Microguadagno. Si, ma che ci compro?


Natasha Fioretti, dell'Osservatorio Europeo del Giornalismo fa una riflessione molto interessante: [...] quando si parla di ecosistema informativo sociale - dice - sorge un dubbio: lodevole l'idea di monetizzare l'energia e l'attività di chi utilizza Etalia, ma il fatto di voler fare guadagnare non solo l'autore del contenuto, ma anche chi condivide quel contenuto e lo rende visibile, non va ad inquinare il concetto stesso di condivisione sociale dei contenuti? Insomma un conto è condividere un articolo perché ne apprezzo il contenuto, la visione, l'idea, l'autore che lo ha scritto, un conto è se lo condivido e lo diffondo perché ho un ritorno economico.


Il pericolo ovviamente esiste e sapremo solo tra qualche settimana come in effetti funzionerà la piattaforma. Io faccio un altro paio di osservazioni, che poi sono domande:

1. Come chiedevo anche a Tateo, CEO di Etalia, durante il dibattito nel quale Attilio Redivo aveva appena detto che l'Editoria non può essere salvata dalla pubblicità, come si può basare la remunerazione per chi condivide proprio sugli introiti pubblicitari?

2. Come ci starebbe, in una simile piattaforma, una remunerazione per la condivisione esclusivamente in termini di microguadagno per riacquisto di notizie (distribuite sulla piattaforma stessa) (*)? Se fosse implementato, tale meccanismo, poitrebbe ridurre il rischio evidenziato dalla Fioretti?


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