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MIDNIGHT IN PARIS - -recensione

Creato il 29 novembre 2011 da Apietrarota

L'attesa è finita, Woody è tornato. E' tornato ai suoi livelli medio-alti, dopo le prove deludenti degli ultimi film, anche se non ancora ai picchi dei suoi anni d'oro. La lunga e dorata trasferta europea non gli fa bene, non c'è nulla di male per un intellettuale ebreo-newyorkese, a fare il Grand Tour europeo, visitare da gran signore, e questo è il problema su cui ritornerò dopo, le capitali del Vecchio Continente, ma forse doveva rimanere un viaggio privato, non una serie di film, alcuni pessimi come "Vicky Cristina Barcelona" e "incontrerai l'uomo dei tuoi sogni", quest'ultimo il nadir della sua luminosa carriera. Quanto gli aveva rinfacciato Spike Lee molti anni fa è vero: Allen vive fuori dal mondo, anche se si sposta nel mondo. Che sia New York, Venezia, Parigi, Londra , la città è sempre uguale. Gruppi di persone tra il ricco e il benestante che si spostano da un Grand Hotel a un ristorante, da un negozio di antiquariato (fare caso, quasi in ogni film ce n'è uno) a una libreria, spostandosi col taxi. Per rilassarsi da questa dura vita, si concedono una passeggiata nel parco, che in qualsiasi città è simile in modo inquietante al Central Park. Anche Roma nel prossimo film sarà descritta così, ne sono sicuro. Deve essere la vita che fa Woody, beato lui, però altri registi con meno talento hanno descritto le città come sono veramente. Il film è gradevolissimo, e preferirei non anticipare nulla della trama che è ricca di sorprese e colpi di scena, ha una sceneggiatura colta ed elegante. Un viaggio nel tempo, questo possiamo dirlo, non banale, colto ed elegante. Il ricordo va subito alla Rosa purpurea del cairo o Radio Days. nostalgia di tempi che non si sono vissuti, di una golden age che forse non c'è mai stata. Il protagonista Owen Wilson è finalmente bravo, anche se woodyallenaeggia troppo, nel modo di parlare, nei movimenti, scelta registica certo. Marianne Cotillard, lanciatissima ultimamente, è bella e solare, brava e intensa.. La tanto chiaccherata partecipazione di Carla Bruni è un piccolo ruolo, quasi un gioco tra amici. Il gioco di attori è perfetto, ambientazioni sceltissime, la cinepresa si muove da sola.
                                Consigliatissimo, anche ai non fan di Woody Allen.
                                                                                                         (ANDREA DAZ)
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