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L'emergenza immigrazione dopo le ultime stragi del mare è balzata in primo piano non solo su tutti i media, ma anche nei discorsi dei politici: negli ultimi giorni non si parla d'altro e l'Europa progetta un intervento militare per fermare i trafficanti e distruggere i barconi.
Ieri in Lussemburgo, si sono riuniti i ministri degli esteri della UE appunto per elaborare un programma che affronti l'emergenza immigrazione.
Qui in Italia invece si affrontano Renzi e Salvini: il primo motivato a coinvolgere l'Europa ottenendo maggiori supporti rispetto a quella che a pieno titolo si configura come una crisi umanitaria, il secondo concentrato a cavalcare l'onda del razzismo più o meno strisciante o esplicito di chi, stretto nella morsa della crisi economica, vorrebbe scaricare la propria rabbia verso il locus minoris resistentiae, vale a dire verso i deboli ed i disperati: gli immigrati, appunto.
Per fare chiarezza diciamo subito che gli italiani sono stati molto più capaci ed efficienti nel soccorso in mare di quanto non lo siano stati gli europei: stando infatti ai dati pubblicati sul sito dell'Unhcr in realtà nei primi tre mesi del 2015 il numero di arrivi via mare è sostanzialmente invariato rispetto allo stesso periodo del 2014 ma il numero delle morti di migranti è invece lievitato vertiginosamente.
Nel 2015 con la chiusura di Mare Nostrum, sostituito dalla operazione Frontex o Triton, i morti sono stati in numero 30 volte superiore rispetto allo scorso anno e questo a fronte di un numero di migranti stabile.
L'orgoglio dell'Italia è quindi quello di essere riuscita a salvare molte più vite umane con la propria organizzazione, rispetto a quanto fino ad oggi è riuscita a fare l'Europa.
L'altro aspetto fondamentale è il dato che riguarda il numero dei richiedenti asilo: in questo l'Italia è al di sotto della media europea, nel 2015 i richiedenti asilo sono 2.800 dei quali il 50% ha ottenuto qualche forma di supporto e riconoscimento. L'Italia accoglie un rifugiato ogni 1.000 abitanti, al di sotto di gran lunga quindi dei paesi scandinavi, dove i rifugiati sono 7,8 ogni 1.000 e dell'Ungheria, dove ottengono asilo 4,1 immigrati ogni 1.000 abitanti e della Francia dove si contano 3,5 rifugiati per mille abitanti.
Insomma i paventati pericoli di invasione invocati dalla Lega sono il solito pretesto per dirottare rabbia, malcontento e proteste contro soggetti socialmente deboli, distogliendo altrove la protesta e soprattutto tenendola lontano da chi manovra i fili dei vari governi che hanno portato l'Italia in questa grave crisi economica e sociale.
Va comunque considerato che il numero dei richiedenti asilo sarà probabilmente molto lontano dal numero di migranti che effettivamente transitano sul territorio italiano: la nostra è la prima costa, solo un confine e certo una terra di passaggio.
Negli ultimi quattro anni i maggiori flussi di provenienza di migranti sono sempre stati registrati da paesi colpiti da guerre e gravi crisi umanitarie: Siria, Somalia, Eritrea e Mali rappresentano i luoghi d'origine di circa la metà di tutti i flussi migratori.
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