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Miki In The Big Apple #2: 1 Gennaio 2015 Il viaggio, l'aeroporto, la metro, Manhattan
Creato il 07 marzo 2015 da Miki82 @Imaginary82Sono passati due mesi.
Se avete letto QUESTO post, sapete di che sto parlando.
Avrei voluto scriverne qualcun altro, prima della partenza, ma alla fine le festività ed i preparativi hanno avuto il sopravvento.
Oggi ho deciso di raccontarvi questa esperienza, giorno per giorno, e magari darvi qualche informazione utile nel caso in cui anche voi avrete la fortuna di visitare la Grande Mela.
Ho aspettato tanto tempo per scrivere il resoconto del viaggio, perché non mi sentivo pronta a parlarvi di tutto questo, non mi sentivo pronta a condividerlo. Lo rivivevo nella mia testa e ne conservavo gelosamente le emozioni ed i ricordi.
Io e Tony abbiamo sognato New York per anni, l'avevamo designata anche come meta del nostro viaggio di nozze, quando pensavamo che ci saremmo sposati di lì a poco. Ma, si sa, le cose raramente vanno come le avevi programmate e, nel mio caso, posso tranquillamente dire che non è andato proprio nulla come avevo programmato. Ma questa è un'altra storia.
Il nostro viaggio è iniziato il 31 Dicembre: Brindisi - Milano...
O forse è meglio dire che la nostra odissea è iniziata quel giorno.
Sapete - e se non lo sapete ve lo sto appunto dicendo - che io vivo nel profondo Sud. Qui non nevica MAI, e se nevica fa giusto acqua mista a ghiaccio che si scioglie ancor prima di posarsi per terra.
Secondo voi, QUANDO il sud Italia doveva essere teatro della più grande nevicata del millennio. Ve lo devo dire?
E visto che noi vantiamo di una delle compagnie di trasporto ferroviario migliori al mondo, sono bastati cinque centimetri di neve per congelare letteralmente il traffico di mezzo Paese. Morale della favola, dovevamo partire alle 8:36 e alle 11 eravamo ancora alla stazione di Brindisi. Potete immaginare il nervosismo, per non dire l'isteria, che si stava impossessando di me. Non la porto per le lunghe. Abbiamo fatto un viaggio allucinante, in una carrozza stipata di gente e bagagli, con il riscaldamento che toccava picchi di 40°C per poi scendere a 10°, un alternarsi di lunghe soste e brevi tratti singhiozzanti. SETTE ORE DI RITARDO.
Siamo arrivati a Milano distrutti, quasi a mezzanotte, mandando all'aria tutti i programmi che ci eravamo fatti per l'ultimo dell'anno. Avevamo prenotato una camera d'albergo deliziosa, ma che non abbiamo nemmeno visto, considerando che alle 4:00 del mattino ci saremmo dovuti alzare per recarci a Linate. Insomma, questo viaggio stava iniziando sotto una luce non proprio favorevole.
Ma per fortuna il 2015 è iniziato decisamente meglio e alle 6:00 eravamo in aeroporto, pronti per raggiungere la nostra agognata meta.
Primo step del viaggio Milano Linate - Parigi Charles De Gaulle, operato da Air France.
Un'ora e mezza di hostess che ti porgono mini croissant burrosi ogni cinque minuti, con il loro makeup perfetto ed il loro accento delizioso. Sorseggiavo il mio tè caldo e pensavo ai voli Ryanair in cui per un'ora e mezza devi cercare di evitare che ti vendano profumi, panini, sigarette, gratta e perdi, trucchi ed il tuo stesso bagaglio, se non stai attento.
Eravamo stanchi ma tranquilli.Ogni cosa era al suo posto ed il lungo lasso di tempo tra l'atterraggio e la partenza una garanzia.
L'aeroporto di Parigi è grandioso, con la sua struttura simile a quella di un aereo e gli innumerevoli punti vendita in cui potevi trovare qualsiasi cosa. A prezzi improponibili, ma la trovavi! Dal souvenir all'alta moda, dal tramezzino alla nouvelle cuisine, dalla manicure (con applicazione di smalto OPI alla modica cifra di TRENTA EURI) al massaggio. Per non parlare di vere e proprie aree ricreative con postazioni internet e consolle quali XBOX, PlayStation e roba simile.
Insomma, se vi capita di fare scalo lì ed avere un bel po' d'attesa davanti, di certo non vi annoierete. Io poi adoro curiosare ed il tempo è letteralmente volato.
Il carrettino Ladurée è una delle cose più deliziose che io abbia mai visto, in tutti i sensi. Con i suoi colori pastello ed i dettagli barocchi, è un angolo magico. Avvicinandoti alle vetrine, tutto il via vai frenetico dell'aeroporto scompare e tu vorresti solo perderti in tanta bontà.
Avevo già assaggiato i macarons, ma, semplicemente, non c'è paragone.
Avrei voluto prendere il famosissimo portachiavi, ma ho rimandato l'acquisto al viaggio di ritorno... ne leggerete delle belle a tal proposito.
La baguette non l'abbiamo fotografata. L'abbiamo semplicemente divorata ed era deliziosa. Ma se avessimo saputo che per le successive nove ore di viaggio avremmo mangiato ininterrottamente, la baguette l'avremmo evitata.
Quando il mio fidanzato mi ha mostrato l'aereo che avremmo preso, non potevo credere ai miei occhi, era enorme, a due piani, talmente imponente che stentavo a credere che una cosa del genere potesse librarsi in aria. E invece così è stato - per fortuna direi - e non ci sono parole per spiegarvi il viaggio.
Dallo schermo davanti a me, potevo seguire la rotta in tempo reale, vedere scorrere il mondo sotto di noi. Lo so che per molti di voi queste sembrano sciocchezze, ma, credetemi, sto anche frenando il mio entusiasmo. Ogni cosa per me era nuova ed affascinante. Mi metterei qui a parlare anche della toilette, ma ve lo risparmio.
Air France ci ha letteralmente messo all'ingrasso, tra spuntini, merende, pranzi e robe varie.
Per fortuna che la mia intolleranza al lattosio mi ha frenata, visto che la maggior parte delle pietanze erano a base di burro o formaggi vari. Per la gioia del mio fidanzato che si è sacrificato per me.
Nonostante la grande disponibilità di film, musica e serie tv, abbiamo passato la maggior parte del tempo a chiacchierare con Nancy, una deliziosa signora del Massachussets, che ci ha raccontato la sua vacanza a Parigi, la sua passione per l'Italia e ci ha dato qualche dritta utilissima, complimentandosi con noi per la lingua e tranquillizzandoci non poco.
Un consiglio, se viaggiate in aereo d'inverno, non imbacuccatevi. Vestitevi comodissimi, ma a strati o passerete, come me, tanto tempo nel bagno di fronte alla bocchetta dell'aria fredda. Sia benedetta!
Le mie gambe, comunque, hanno risentito parecchio del viaggio, nonostante avessi collant a compressione graduata e nonostante mi alzassi spessissimo, facendo anche su e giù per le scale. Sì, l'aereo aveva le scale ed il piano di sopra era il piano di lusso, con le persone stese in questi letti spaziosi, con le pantofoline allineate per terra, i cuscini e le coperte bianche e soffici.
Durante le ultime due ore, io ed il mio fidanzato abbiamo guardato Insieme per Forza, una commedia demenziale ma che ci ha fatto sorridere ed ha fatto passare abbastanza in fretta l'ultima parte del viaggio. Il film è finito poco prima che cominciassimo l'atterraggio. Manhattan era sotto di noi, il sole stava tramontando sugli Hamptons, l'Oceano si stagliava immenso ed impetuoso... ed il vento faceva oscillare pericolosamente l'aereo, che non riusciva ad allinearsi con la pista di atterraggio!!! Paura? Nooooooo... Me la stavo letteralmente facendo sotto, soprattutto quando, dopo esserci schiantati per terra, il velivolo ha cominciato a sbandare pericolosamente verso sinistra.
Ora di arrivo 16:25, 22:25 ora italiana. In pratica eravamo svegli da più di SESSANTA ore (perché ovviamente chi aveva dormito alla vigilia della partenza?).
Il JFK è enorme, ovviamente, ma non mi ha impressionata. La cosa splendida, ma non solo dell'aeroporto, di tutti i luoghi in cui siamo stati, è che ci si orienta in maniera semplicissima, ogni informazione, indicazione, direzione è chiara e visibile in ogni angolo.
Abbiamo recuperato i bagagli, passato velocemente la dogana, con tanto di impronta digitale e foto della mia faccia sconvolta, e finalmente ci siamo diretti verso l'Air Train, un trenino gratuito che collega tutti i terminal dell'aeroporto.
Avendo cura di evitare l' All Terminals e di prendere il diretto, la nostra destinazione era Jamaica Station, capolinea della metropolitana.
L'Air Train è gratuto se si rimane nell'ambito dei terminal, ma, una volta usciti, il costo è di 5$.
A Jamaica Station potete comprare il biglietto della Metro (ogni corsa singola ha un costo di 2,5$) oppure fare la MetroCard, 30$ per sette giorni di corse illimitate. Noi abbiamo optato per questa e, nonostante ci siamo spostati pochissimo con la subway, abbiamo decisamente ammortizzato la spesa.
La metropolitana di New York è un mondo sotterraneo affascinante e meraviglioso, un mondo da scoprire, un vortice di persone, suoni, rumori, musica, cibo, odori e tanto altro. Se doveste andare in questa splendida città, non vi perdete l'esperienza, sarebbe un peccato.
Probabilmente, guardando la cartina con tutte le linee, vi sembrerà solo un intricato garbuglio incomprensibile, in realtà spostarsi in metro è una delle cose più semplici ed intuitive che abbiamo fatto. Le linee sono distinte da colori, numeri e lettere, ed ognuna porta in zone diverse e specifiche di Manhattan, scorrendo quasi parallelamente, tanto che le fermate hanno spesso lo stesso nome per tutte le linee. La struttura a griglia e la numerazione delle strade rende il tutto più facile. E' impossibile perdersi.
La nostra destinazione era nord-ovest di Midtown, l'albergo, il Four Points By Sheraton, sulla 40th praticamente accanto alla fermata di Port Authority.
Mentre salivamo le scale, il cuore batteva a mille, finché, usciti fuori, ci siamo trovati di fronte a questo:
Davanti a quello sbocco, con le persone che ci passavano accanto, una mano a stringere il bagaglio, l'altra che cercava la sua, siamo rimasti fermi, a bocca aperta, con la testa all'insù per non so quanto tempo. Se chiudo gli occhi, sento ancora quella sensazione, vedo le luci, il traffico, i taxi gialli, le persone... E' stato difficile schiodarsi da lì, ma dovevamo.
Avete presente quando, stanchissimi, state in piedi per inerzia? Ecco, sapevo che se mi fossi fermata sarebbe stata la fine.
Tony avrebbe voluto riposarsi, sciacquarsi di dosso il viaggio, cambiarsi ed uscire. Per me era semplicemente fuori discussione. Il tempo di fare il check-in, di ascoltare a bocca aperta Sebastian, ribattezzato poi "quiddu niuru" (capirete perché), senza capire un'acca, di individuare il primo problema - grazie eBooking! - salire in camera, accorgersi di avere LUI davanti agli occhi, piangere per una decina di minuti e scappare via.
In un attimo ci siamo trovati immersi in quello che è un altro mondo. Una spirale psichedelica di colori che ci ha lasciati senza fiato. Ma non c'era tempo per godere dei dettagli. Il mio obiettivo era un altro, per tutto il resto c'era tempo!
Lui era il mio obiettivo. Lui era il mio sogno...
So che le foto non sono delle migliori... Era Capodanno, ci saranno state centomila persone. E le mie mani tremanti hanno fatto il resto.
Allontanandoci dalla Rockefeller Plaza, non mi aspettavo assolutamente di ritrovarmi così all'improvviso di fronte alla splendida e suggestiva St. Patrick's Cathedral, che si staglia nella notte imponente, distinguendosi da tutto ciò che ha attorno:
E' stato un primo assaggio di ciò che è in realtà New York: una fusione di storia e modernità, un intreccio di culture e tradizioni diverse, che mantengono una propria identità pur amalgamandosi con ciò che le circonda.
Sarei rimasta ore a guardarla e rabbrividire, ma...
Che volete, anche lo stomaco vuole la sua parte. E lo stomaco del mio fidanzato è decisamente insistente!
Hot Dog, Rockefeller Center alle spalle e lo spettacolo di luci offerto da Saks davanti agli occhi
Buon Anno a noi!!!
Alla prossima puntata
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