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Milan – Catania 1-1

Creato il 18 settembre 2010 da Gianclint

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Un nostro caro amico l’aveva detto: “Preparo il vasino al pappagallo. Di solito, dopo una partita vinta in Champions League, ne segue una di merda in campionato”.

Per caso esiste di peggio? All’improvviso mi son ritrovata di nuovo in piena era Ancelotti: con un centrocampo tenuto in piedi da uno dei volti nuovi di Milanello, incapace di supportare le due fasi di gioco e completamente avulso dalla partita. Squadra lunga che più lunga non si può, capace di far tirare 10 volte in un primo tempo il Catania di Giampaolo e baciata dalla buona suerte di Alegher.

Pippetto nostro sarà l’unico contento della serata, visto che non dovrà stracciare il diario segreto, in data 16 settembre 2010. Il bomber piacentino per l’ennesima volta ci mette una pezza, aiutato dal genio indiscusso di Ronaldinho che, da fermo, resta il numero uno dell’ultimo passaggio. Beato lui.

Il Catania porta via un punto d’oro da San Siro, dove il Milan non riesce a ripetere la vittoria di mercoledì sera con l’Auxerre, anche perché contro i siciliani non si scende praticamente in campo e Ibra si sbatte e si abbatte contro la perfetta organizzazione siciliana. Gli unici a portare la croce sono i poveri cristi sulla linea dei difensori, Inzaghi che gode dei suoi sessanta/settanta minuti di libertà sul praticello verde tanto amato e  la nostra belva ghanese.

Succede tutto nel primo tempo: Capuano apre le marcature con un siluro di sinistro al 37′ – Abbiati ha voglia di farmi incazzare? Mi son liberata del citofono rigato di Baia, ti ci metti anche tu a dormire sui tiri dalla lunga distanza? – , Inzaghi pareggia al 45′.

6-7 uomini che provano ad attaccare, sempre in orizzontale e mai in verticale, che vogliono ricevere la palla sui piedi e non provano a correre manco con una mangusta attaccata alle chiappe. Una festa per chi non aspetta altro che ripartire dopo aver rotto l’azione altrui. Una statistica divertente diceva che il Catania era la squadra che aveva tirato di meno in queste prime due giornate di campionato: applausi al Milan che in 45 minuti è riuscito a dare una spolverata magica a Maxi Lopez e compagni.

Mister, ma quanti contropiedi dovremo beccare a partita per farle capire che non possono restare solo in due e mezzo a coprire la nostra porta?

E, mi scusi, ma devo tornare a vedere gente che può colpire indisturbata, di testa, ogni volta che i nostri avversari di turno pigliano un calcio di punizione a favore?

Devo sentire Giampaolo che invita il proprio portiere a darsi una mossa nel rimettere la palla in gioco {“Non stiamo vincendo! Smetti di perdere tempo!”} e/o fa i cambi prima di lei?

Suma che in telecronaca mi insegna che “non si vive di solo risultato”. Ma quando oltre, al risultato, viene a mancare del tutto il gioco di che vivo?  Mi concentro sul magnifico Mascara del primo tempo che dirige l’orchestra dei rosazzurri come se niente fosse?

Ah si! Forse c’è qualcuno su cui concentrarsi: Boa! Kevin Prince che lotta come un leone, recupera palloni, regala due aperture intelligenti sull’out di sinistra – raccolte ahilui dal bradipismo galloppante e strisciante del Filosofo fancazzista del centrocampo rossonero -, non perde tempo. Sempre in aiuto in difesa e sempre a proporsi dalla parte opposta del campo.

Il Catania, intelligentemente, chiude la saracinesca nella seconda frazione di gioco. Entrano Ledesma e Carboni.

Il Milan accenna ad un minimo di pressing e di coralità ed ecco che arriva l’occasione più ghiotta, su tacco di Ibrahimovic, per il peggiore in campo {Fancazzo}.  Dispiace che lo strapotere di Ronaldinho sia solo tecnico. Ah, se fosse anche un atleta…

Oduamadi entra al 40esimo per lo sfiatato Pippo. Sfiato Gattuso rileva Fancazzo per amministrare {non si sa mai}. Prince ci prova fino alla fine. La strada intrapresa da questo giovane è quella giusta. Gli altri {compagni e allenatore} hanno molto da lavorare.

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